PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA (PNRR). Il caso Lombardia: i dati della Corte dei Conti. Fontana: «È un problema italiano» Majorino (Pd): «La sua giunta esce a pezzi». Gentiloni (Ue) insiste: "Il Pnrr fondamentale per gli investimenti, le politiche però devono essere prudenti". Ma Bankitalia: crescita zero nel II trimestre, stime al ribasso. Il calo degli investimenti solo in parte bilanciato dai fondi Ue"
Il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana (Lega) - LaPresse
La mancanza dei medici è la principale «ipoteca» sulla riuscita degli investimenti, e della riforma, dell’assistenza sanitaria territoriale basata sulle «Case di comunità» in Lombardia. Lo ha sostenuto ieri la Corte dei conti Lombardia che ha messo il coltello nella piaga del «Piano nazionale di ripresa e resilienza» (Pnrr): il più grande investimento fatto in Italia ha puntato sulle infrastrutture, ma non sulla forza lavoro assunta a tempo indeterminato per tenerle
Leggi tutto: La mancanza dei medici rischia di fare fallire il Pnrr - di Roberto Ciccarelli
Commenta (0 Commenti)Incremento del gioco d'azzardo per dare 45 milioni alle zone disastrate. Il segretario regionale Cgil Bussandri boccia la misura e denuncia storture e ritardi
Il governo ha varato un decreto che prevede di finanziare la ricostruzione delle zone alluvionate della Romagna attraverso il gioco d’azzardo. Il testo dispone che l’Agenzia delle dogane e dei monopoli istituisca estrazioni settimanali aggiuntive di Lotto, Superenalotto, 10eLotto, Simbolotto e SuperStar allo scopo di reperire 45 milioni. Immediato l’allarme della Consulta nazionale antiusura San Giovanni Paolo II, che ha portato alla luce una notizia passata sotto traccia.
Per il segretario generale della Cgil Emilia-Romagna, Massimo Bussandri, “fa specie sino a un cerro punto che le risorse vengano reperite da quella voce, alimentando così il gioco d’azzardo, incrementando ludopatie, prendendo soldi da fonti di finanziamento assolutamente sbagliate quasi raccapriccianti”. I 45 milioni saranno solamente le tasse pagate in realtà su un totale di 200 milioni che gli italiani spenderanno in più per le lotterie, alimentando le così anche le entrate del sistema delle concessionarie.
Il sindacalista dice di avere avuto contezza del modo sbagliato di procedere del governo già quando si è saputo del reperimento di denaro per le zone alluvionate dal taglio della spesa sociale (del Fis e del reddito di cittadinanza): “Ora aggiungono il tema del gioco d’azzardo, dimostrando una evidente incapacità di reperire risorse dove andrebbero realmente prese. Io sarei stato d’accordo con una tassa di scopo da fare pagare a coloro che si sono arricchiti in questi anni con profitti enormi, piuttosto che andare vicini alla spesa sociale che riguarda le fasce più deboli della popolazione, comprese quelle delle zone alluvionate. Il meccanismo è quello che prendono i soldi con una mano e te ne danno un pochino con l’altra, ricorrendo a fonti finanziamento moralmente
Leggi tutto: Alluvione in Romagna, quei fondi immorali - di Simona Ciaramitaro
CRONACHE DI PALAZZO. La presidente del consiglio parla di giustizia e rivendica la nota informale contro le toghe. Niente scontri, ma alle sue condizioni
Molla La Russa. Difende Delmastro con passione. Fa scudo anche a Santanchè, ma con l’espressione di chi deve e non vorrebbe. Dopo una plumbea settimana di silenzio seguita al comunicato guerresco firmato “fonti”, Giorgia Meloni si decide a dire la sua sull’intero capitolo giustizia. Che le costi un surplus di tensione è reso evidente dall’espressione sofferente: saranno pure le scarpe che «fanno malissimo», come le scappa sussurrato a microfono aperto, ma si vede che la scarpetta si allarga e si restringe a seconda dell’argomento trattato in conferenza stampa da Vilnius. Non è mai tanto scomoda come quando si parla di toghe e indagati.
LA TENSIONE NON implica reticenza. La rivendicazione del comunicato che ha dato fuoco alla prateria è secca: «Mi identifico con le fonti di Chigi, certo». Meloni è altrettanto esplicita sui tre casi alla
Leggi tutto: «Chigi sono io». Meloni bacchetta La Russa e fa scudo a Delmastro - di Andrea Colombo
Commenta (0 Commenti)UNO SCHIAFFO ALLA DIGNITÀ E ALLA GIUSTIZIA. Arriva la card «Dedicata a te» contro l’inflazione: 382,5 euro fino a dicembre, esclusi i beneficiari del reddito di cittadinanza. Un altro bonus a termine che riproduce i limiti dello Stato sociale arlecchino in Italia. Ma la nuova trovata non servirà a scacciare lo spettro della povertà
Il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti e quello dell’agricoltura Francesco Lollobrigida con la Card «Dedicata a te - LaPresse
Con 382 euro fino a dicembre, 32 al mese, sembra che passerà la paura della povertà aggravata dall’inflazione. Al governo basteranno 500 milioni per finanziare un altro bonus a tempo, erogato con una carta elettronica dal nome ammiccante e populista «Dedicata a te» a una platea potenziale di «1,3 milioni di famiglie». Con poco più di un caffè al giorno intende dimostrare «di fare del proprio meglio per dare una mano» contro il caro prezzi. Lo ha annunciato la presidente del consiglio Meloni. Ma una mancia non servirà a scacciare lo spettro.
IN EFFETTI bisogna dare il proprio meglio per comprendere la logica delle ingiunzioni paradossali che ha spinto il governo prima a depennare una platea potenziale di almeno 400 mila nuclei familiari in condizioni di «povertà assoluta» con almeno un membro ritenuto «occupabile» dal beneficio del «reddito di cittadinanza» (in media 580 euro al mese) che sarà ridenominato «assegno di inclusione» dal prossimo gennaio (i dati sono dell’Ufficio parlamentare di bilancio). E poi a prospettare, dal prossimo 18 luglio, un altro bonus dall’effetto inconsistente, se non proprio risibile rispetto alla perdita di potere di acquisto che colpisce maggiormente le famiglie con redditi bassi e bassissimi.
CI VUOLE UNO SFORZO supplementare di fantasia per capire che,
Commenta (0 Commenti)A quattro giorni dalla velina di palazzo Chigi contro i magistrati e a tre dall’ennesimo «caso» La Russa, Meloni evita di esporsi sulla giustizia e dribbla i giornalisti: «Sono in ritardo». L’Anm manda segnali di tregua, nuove rivelazioni di «Report» su Santanchè
POLITICA. Santalucia: «Da parte nostra nessuna volontà di scontro, solo diritto di critica». La premier ai giornalisti: «Sono in ritardo»
Evitare lo scontro diretto. Almeno finché si può. Dopo un weekend di fuoco e fiamme e polemiche incrociate, mentre Giorgia Meloni continua a scansare accuratamente l’argomento giustizia, come ha fatto ieri in Lettonia, l’Anm lancia segnali di tregua al governo, nell’auspicio di non tornare indietro agli anni durissimi della guerra senza quartiere tra la destra italiana e la magistratura. Erano altri tempi, si dirà, e sicuramente erano un’altra destra e un’altra magistratura, ma certi riflessi condizionati sono duri a morire e si riaffacciano a cadenza periodica. Adesso in ballo c’è una riforma della giustizia annunciata come storica ma che, sin qui, è ancora molto vaga e, soprattutto, non proprio imminente.
«DA PARTE NOSTRA nessuna volontà di scontro, né ce ne sarà nel futuro. Se poi per scontro si intende esercitare un diritto di critica tecnica, l’equivoco non dipende da noi», ha detto
Leggi tutto: Le toghe offrono la tregua. Meloni resta in silenzio - di Mario Di Vito
Commenta (0 Commenti)SCONTRO GOVERNO-MAGISTRATURA. Il presidente Santalucia: dal governo «un attacco pesantissimo e insidioso perché lasciato a fonti anonime di palazzo Chigi». Per i magistrati le ultime prese di posizione sono «incomprensili». Ribadite le critiche al ddl Nordio
Ignazio La Russa, Giorgia Meloni e Carlo Nordio celebrano la fondazione della polizia penitenziaria - Ansa
Lo scontro è servito. Gli attacchi arrivati dalle «fonti di palazzo Chigi», dalle veline del ministero della Giustizia e dalle dichiarazioni di svariati esponenti della maggioranza di governo hanno portato l’Anm a rispondere con parole piuttosto dure, segnando così il primo vero e proprio spartiacque di un conflitto sin qui latente e che, con ogni probabilità, Giorgia Meloni avrebbe volentieri evitato se nell’ultima settimana i casi Santanchè, Delmastro e La Russa non le fossero praticamente esplosi tra le mani.
COSÌ, ALL’ACCUSA di «fare opposizione» e di voler «sabotare la riforma della giustizia» per primo ha risposto il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia nella sua relazione davanti al comitato direttivo centrale cominciato ieri a Roma. «Un attacco pesantissimo – ha detto Santalucia – e ancora più insidioso perché lasciato a fonti anonime di Palazzo Chigi. Avremmo gradito una smentita e invece ieri (venerdì, ndr) abbiamo letto due note di fonti ministeriali che intervengono sugli stessi fatti». Il riferimento è agli spifferi che parlano di revisioni in vista per la pubblicazione di avvisi di garanzia sui giornali e dell’imputazione coatta dei giudici contro il parere dei pm, ovvero le questioni su cui sono inciampati prima Santanchè e poi Delmastro.
«Il sospetto – ha proseguito il presidente dell’Anm – è che queste proposte vengano sbandierate non perché si crede che
Leggi tutto: L’Anm risponde al fuoco: «Vogliono colpire i magistrati» - di Mario Di Vito
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