A CARISSIMO AMICO. Il premier dal presidente Usa come alleato più affidabile, ma chiede di cercare ogni strada per il negoziato
Il presidente Biden «non vedeva l’ora» di incontrare Draghi e alle 20 in punto se lo è trovato di fronte nella sala ovale della Casa Bianca, scortato dall’ambasciatrice Zappia e dai consiglieri Mattiolo, il diplomatico, De Leverano, il militare, Giavazzi, l’economico. Ad accoglierli, con Biden, un team tutto femminile: la segretaria al Tesoro Yellen, la vicesegretaria di Stato Sherman, la consigliera per l’Europa Sloat. L’incontro durerà un’ora e mezzo precisa.
CI SONO «MOLTE COSE di cui parlare», esordisce il presidente e l’italiano va subito al punto: «In Italia e in Europa le persone vogliono la fine di questa macelleria, ci chiedono come arrivare alla pace». Dunque, «dobbiamo utilizzare ogni canale per un cessate il fuoco e per avviare negoziati credibili». Mario Draghi non permette equivoci:
Leggi tutto: Draghi a Biden: tentiamo la pace - di Andrea Colombo
Commenta (0 Commenti)OPINIONI. Stoltenberg zittisce la proposta di Zelenski: «I membri della Nato non accetteranno l’illegale annessione della Crimea. L’Ucraina deve vincere questa guerra...»
Jen Stoltenberg e Antony Blinken al summit Nato - Ap
Quelli che abbiamo passato sono stati tre giorni nei quali si è impennata la curva dell’escalation bellica, che comincia tuttavia a produrre qualche crepa nel fronte guerriero. Succede perché le parole del segretario generale della Nato che ha annunciato l’entrata in guerra contro la Russia hanno cominciato a suscitare un po’ di paura e anche qualche irritazione nei confronti del grande alleato americano che comanda l’Alleanza atlantica: la guerra, infatti, si farà in Europa, non dall’altra parte dell’oceano, dove si continua a pensare che siccome la fanno gli altri per procura o da remoto, può essere invoca ta a cuor leggero.
E tuttavia, nonostante qualche inizio di riflessione autocritica, i governi europei, e chi gli Stati uniti li sostiene con fervore, marciano ancora verso la catastrofe agli ordini di Biden. Sebbene Stoltenberg non potesse esser stato più chiaro, come riporta con esattezza il quotidiano tedesco Die Welt, fra i pochi che hanno riferito senza tentare di sminuirne il significato, nel suo discorso ha detto: «I membri della Nato non accetteranno l’illegale annessione della Crimea.
L’Ucraina deve vincere questa guerra perché difende il suo paese». E questo immediatamente dopo che Zelenski, per la prima volta, aveva accennato ad un possibile negoziato, accettando che
Leggi tutto: Lo annuncia la Nato: «Siamo in guerra», e nessuno in Italia ce lo ha detto
Commenta (0 Commenti)RUSSIA - 9 MAGGIO 1945. Con queste parole, il 21 febbraio scorso, Vladimir Putin ha, di fatto, annunciato alla nazione l’inizio della guerra in Ucraìna: «L’Ucraìna contemporanea è stata completamente e interamente creata dalla Russia».
Con queste parole, il 21 febbraio scorso, Vladimir Putin ha, di fatto, annunciato alla nazione l’inizio della guerra in Ucraìna: «L’Ucraìna contemporanea è stata completamente e interamente creata dalla Russia». «Per la precisione – ha continuato – dalla Russia comunista e bolscevica. Dopo la rivoluzione del 1917 Lenin e i suoi compagni hanno agito in modo scorretto sottraendo alla Russia una parte dei suoi territori storici».
Per il tramite del più classico «uso pubblico della storia» il presidente russo ha sostenuto, in questo modo, la legittimità della sua scelta politica che ha riportato la guerra in Europa ventitré anni dopo quella scatenata dalla Nato nella ex-Jugoslavia nel 1999.
Dal primo discorso di Putin ad oggi la strumentalizzazione del
Leggi tutto: La storia usata sul campo di battaglia - di Davide Conti
Commenta (0 Commenti)L'ANALISI. In Ucraina (sono circa cento i super-ricchi) controllano l’80% delle ricchezze di un paese che, ancora nel 2019, era tra i più arretrati dell’ex Urss. Con gli aiuti militari sempre più consistenti siamo ormai dentro la spirale di una guerra lunga e dolorosa. Che mostra la crisi della politica e della democrazia
Per oligarchi si intendono i padroni, i tycoon, gli amministratori delegati e manager di grandi aziende. Si distinguono da altre categorie di super ricchi per il controllo che esercitano sull’economia e per il rapporto privilegiato con le istituzioni statali. Compongono, insomma, l’élite finanziaria e imprenditoriale del capitalismo. Usare il termine per indicare, in tono spregiativo, soltanto i miliardari russi è mistificante. La peculiarità russa, se vogliamo cercarla, consiste nell’anarchia economica e nella rapidità con cui, dopo il crollo dell’Urss, è avvenuta la privatizzazione dell’economia. Che si è tradotta, com’è noto, in un gigantesco furto di risorse e di beni comuni da parte di uomini senza particolari meriti e, spesso, provenienti dall’apparato.
I governi americani ed europei hanno salutato come una vittoria del «mondo libero» la caduta dell’Unione sovietica e sono stati ben contenti di stringere accordi con i nuovi padroni.
In Ucraina le cose sono andate, più o meno, allo stesso
Leggi tutto: Gli oligarchi sono l’élite del capitalismo, a est come a ovest - di Gaetano la Manna
Commenta (0 Commenti)CRISI UCRAINA. Mattarella ha sollecitato «una sede internazionale che rinnovi radici» a pace, sicurezza e cooperazione, come «la Conferenza che nel ’75 portò a un Atto finale dagli sviluppi positivi».
La richiesta di promuovere una conferenza internazionale per garantire la pace e la sicurezza tra le Nazioni vuole anzitutto richiamare la comunità internazionale, l’Europa, l’Italia alle loro rispettive reali responsabilità, ai loro non delegabili doveri. Una proposta ispirata dalla volontà di interrompere l’escalation bellica, la follia della guerra, che sembra ormai dominare i comportamenti dei potenti del mondo, ma anche il dibattito pubblico, occupando per intero le nostre menti.
Non vogliamo oggi riaprire la polemica sull’invio delle armi, prendiamo atto della decisione assunta quasi all’unanimità dal Parlamento e fatta propria dal Governo, ci limitiamo a constatare che questa non può essere la soluzione. Affidarsi esclusivamente ad essa vuol dire rinunciare a perseguire pacifici e stabili rapporti internazionali. La guerra per procura non è un orizzonte possibile. Non vogliamo scaricare sulle vittime la responsabilità della guerra, né ad essi affidare
Leggi tutto: Per fermare la guerra una nuova conferenza di Helsinki per la pace
Commenta (0 Commenti)LA GUERRA UCRAÌNA. Il ministro degli esteri russo con le parole «inopportune», ha dato un calcio negli stinchi a un Paese amico, Israele, che non aveva approvato le sanzioni né l’invio di armi
Il ministro degli esteri russo Serghei Lavrov
C’era una volta la Russia… Questa è la triste impressione sentendo le parole di Serghei Lavrov, ministro degli esteri della Russia per 18 anni (dal 2004). La traduzione letterale della slavista Olga Strada dell’intervista a Retequattro – canale di proprietà di Berlusconi, amico di lunga data di Putin – è questa: «Posso sbagliarmi ma anche Hitler aveva sangue ebraico. Questo non significa assolutamente nulla. Il saggio popolo ebraico dice che gli antisemiti più accesi di regola sono ebrei». E Lavrov ha pure aggiunto: «Ogni famiglia ha la sua pecora nera».
Niente di più falsamente tragico e sbagliato poteva uscire da questa disgraziata intervista di Lavrov. «Ecco un esempio che ben dimostra come avviene il degrado del sistema», scrive su Instagram Ksenya Sobchak, figlia dell’ex sindaco di San Pietroburgo, amico di Putin. Il ministro degli Esteri era un tempo un diplomatico brillante, un uomo di grande cultura, un erudito. «Ma con il tempo tutto ciò – sottolinea Ksenya – si è rivelato per il sistema come un ammasso di qualità inutili. Quello che non serve sparisce. Mentre la qualità di «buttare lì» una frasetta è il nuovo standard delle relazioni diplomatiche».
Per fortuna il manifesto il suo saggio cronista ce l’ha in casa – Michele Giorgio – che il 3 maggio ha spiegato benissimo il disastro diplomatico
Leggi tutto: Putin e Lavrov, c’era una volta la Russia - di Alberto Negri
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