Quasi 170mila famiglie non riceveranno più il Rdc. L'allarme della Fp Cgil: "Atto sbagliato che colpisce i più deboli e il personale degli enti locali"
"Il governo ha deciso di lasciare senza reddito 169 mila famiglie e di scaricare gli effetti di questa scelta sul personale, in particolare sui servizi già molto in difficoltà, degli enti locali. Si tratta di un atto profondamente sbagliato. Soprattutto nel Meridione si rischia letteralmente l'esplosione di una bomba sociale". Lo scrive in una nota la Funzione pubblica Cgil commentando lo stop al reddito di cittadinanza.
Ad oggi - si legge - gli assistenti sociali che mancano, secondo una nostra elaborazione, sono almeno 15.000, sui 30mila totali che sarebbero necessari. Una scopertura che si attesta, dunque, intorno al 50%. Da oggi al 2030 il personale complessivo dei servizi sociali diminuirà di 10.000 unità, compresi amministrativi, psicologi, educatori e altre figure. Le risorse finalizzate alle assunzioni ci sono, ma sono stati spesi solo il 40% degli stanziamenti messi a disposizione degli ambiti territoriali sociali per raggiungere il Livello essenziale di prestazioni sociali (Leps) di un assistente sociale ogni 5.000 abitanti, con enormi differenze territoriali, secondo i dati del ministero del lavoro".
Secondo la Fp nelle regioni del sud si partiva con criticità maggiori ma i fondi messi a disposizione sono stati spesi meno proprio in quelle regioni che avevano ancor più bisogno di potenziare i servizi. Anche per questo ribadiamo la necessità di investire un Piano straordinario per l'occupazione pubblica che metta in sicurezza i servizi pubblici e garantisca le risposte ai cittadini"
DESTRA ASOCIALE. Il «padre» del Reddito di cittadinanza: il governo cancella l’unico sussidio esistente a 600 mila persone. E si tagliano 4 miliardi. Oltre ai 250 mila di venerdì, dal 2024 altri 350 mila perderanno ogni tutela. E la «presa in carico» promessa è una presa in giro
Una manifestazione per chiedere un reddito universale - Foto LaPresse
Pasquale Tridico, ex presidente Inps e padre del Reddito di cittadinanza. Venerdì l’Inps ha comunicato a 169 mila nuclei familiari la fine del sussidio. Cosa ha provato?
Un sentimento contrastante. Mi aspettavo che accadesse, la legge parlava chiaro: alla scadenza dei 7 mesi del 2023 il Reddito di cittadinanza finisce per i cosiddetti occupabili. Quindi l’Inps ha fatto quello che doveva fare, comunicando alle persone che sarebbe stato l’ultimo mese. Detto questo, mi ero augurato che da parte del governo ci fosse un ravvedimento perché nel frattempo la crisi economica morde e l’inflazione è da profitti: favorisce i ricchi e penalizza i meno abbienti, come confermano Bce e Fmi. Di questo, personalmente, mi dispiaccio moltissimo, è un colpo al cuore perché sono intimamente convinto della giustezza della misura: il Reddito di cittadinanza è uno strumento di lotta alla povertà moderno e funzionale. Tanto è vero che l’Unione europea ha chiesto a tutti i paesi di creare un «salario minimo» senza prevedere esenzioni, come invece ha fatto il governo Meloni, distinguendo
Leggi tutto: Tridico: «Meloni fa una cinica guerra ai poveri» - di Massimo Franchi
Commenta (0 Commenti) Una manifestazione per chiedere un reddito universale - Foto LaPresse
Oramai con la tecnologia si può comunicare tutto con facilità. Anche le notizie più gravi. Con un sms parecchie aziende in questi ultimi anni hanno annunciato ai loro lavoratori l’improvviso licenziamento, ieri l’Inps ha comunicato a 169 mila famiglie italiane la fine del Reddito di cittadinanza. Perché il governo le considera «occupabili». Come dovrebbero trovare lavoro però è ancora un rebus. Irrisolto dal governo.
L’INVIO DELL’ULTIMA RATA dell’assegno per il Reddito o la pensione di cittadinanza è stata l’occasione per comunicare la sospensione del sussidio da agosto, decisa dal governo.
Il messaggino è arrivato a chi è in nuclei familiari nei quali non ci sono componenti disabili, minori o over 65, come prevede la nuova normativa definita nell’ultima manovra bilancio e poi definita dal decreto Lavoro della ministra Marina Calderone.
Queste famiglie potranno ricevere «350 euro al mese come Supporto alla formazione al lavoro attraverso gli sportelli dei Centri per l’impiego e l’Inps». Per il resto si attende il nuovo Assegno di inclusione che riguarderà sempre chi ha minori, anziani o disabili in casa. Ma la misura sarà attivata dal primo gennaio 2024. Il governo, per ultima cosa, si è inventato una nuova Social Card di «buono spesa» da 380 euro con distinzioni perfino sui
Leggi tutto: Un sms per l’addio al Reddito: 169 mila famiglie senza aiuti - di Nina Valoti
Commenta (0 Commenti)CLIMA. Appello del Nobel Parisi e 100 scienziati: basta dire maltempo, è cambiamento climatico. Mattarella: «Appaiono sorprendenti tante discussioni sulla fondatezza dei rischi, sul livello dell’allarme, sul grado di preoccupazione che è giusto avere»
Le fiamme raggiungono il villaggio di Gennadi, in Grecia - foto Ap
Quello che riceve il «ventaglio» dai cronisti della stampa parlamentare per il tradizionale appuntamento di fine stagione non sembra il solito Mattarella. Quando parla di ambiente, il capo dello Stato appare proiettato più che mai sulle azioni da intraprendere. «Occorre assumere la consapevolezza che siamo in ritardo» dice ai giornalisti. «Occorre agire da una parte cercando di incrementare l’impegno per la salvaguardia dell’ambiente e per combattere le cause del cambiamento climatico: sappiamo che sarà un impegno difficile su scala globale i cui effetti vedremo nel tempo. Dall’altro lato – prosegue – è necessario operare per contenere già oggi gli effetti dirompenti di questi cambiamenti, predisponendo strumenti nuovi e modalità di protezione dei territori».
IL MATTARELLA in versione «Ultima Generazione» attacca chi sottovaluta la crisi ambientale in atto: «Appaiono sorprendenti» dice «tante discussioni sulla fondatezza dei rischi, sul livello dell’allarme, sul grado di preoccupazione che è giusto avere per la realtà che stiamo sperimentando». È (anche) una frecciata a
Leggi tutto: Clima, Quirinale anti-negazionista: «Agire, non discutere ancora» - di Andrea Capocci
Commenta (0 Commenti)Rapporto sui media di Greenpeace: il 20% delle news su giornali, tg e social è un megafono anti-climatico
Palermo, l’intervento dei vigili del fuoco nella zona dell’areoporto - Ansa
Lunedì, mentre Catania si apprestava a restare senz’energia elettrica e senz’acqua, l’ex senatore leghista Simone Pillon su Twitter pubblicava una piccola mecedonia di negazionismo climatico: «100 contro 1 che il 2024 sarà l’anno più caldo dal Giurassico. Io capisco che vogliate vendere auto elettriche e svalutare il patrimonio immobiliare, ma state esagerando. In Italia a luglio fa caldo, ha sempre fatto caldo, e farà ancora caldo. Grazie a Dio». La città aveva raggiunto un picco di 47,6 gradi centigradi, non troppo lontano dal record di 48,8 dell’estate 2021.
EPPURE anche in questa settimana in cui il Paese è stato travolta da un’ondata di calore che dipende dai cambiamenti climatici effetto della nostra civiltà fossile – come spiegava l’analisi del World Wheather Attribution anticipata ieri dal manifesto – c’è chi continua a negare. Vittorio Feltri, intervistato nei giorni scorsi su Rete4 dal compagno della presidente del Consiglio, Andrea Giambruno, ha affermato: «Gli ecologisti sono dei conformisti che parlano di caldo record, ma è sempre stato così a partire dagli anni Ottanta. A me del caldo non interessa, non lo soffro e non sudo nemmeno». Del resto il giornalista lo aveva introdotto così: «La notizia, ammesso che tale sia, è che a luglio fa caldo e probabilmente a dicembre nevicherà, ma secondo gli ambientalisti la colpa è di
Leggi tutto: Negazionisti d’Italia unitevi: quelli che «a luglio fa caldo» - di Luca Martinelli
ELEZIONI SPAGNA. Tirare un sospiro di sollievo per lo scampato pericolo è giusto e naturale. Per alcune ragioni che ci vengono nettamente indicate dall’esito delle elezioni politiche spagnole del 23 luglio
Tirare un sospiro di sollievo per lo scampato pericolo è giusto e naturale. Per alcune ragioni che ci vengono nettamente indicate dall’esito delle elezioni politiche spagnole del 23 luglio. La prima è che esiste ancora una maggioranza di cittadini europei che temono i fascismi e dunque coloro che, nel tempo presente, ne reinterpretano e modernizzano le eredità. La seconda è che il “modello italiano”, per quanto i neofascismi siano stati sdoganati quasi ovunque (tranne in Germania dove, pur traballando, sopravvive l’”arco costituzionale” che esclude Afd) non è così facilmente esportabile in altri contesti dove le sensibilità politiche sono meno ottuse che da noi e meno forti le tradizioni corporative. Il caso italiano, nel bene e nel male, è destinato a rimanere un “caso”.
La terza ragione è che il progetto di
Leggi tutto: L’onda nera non è finita, ma il caso italiano resta isolato - di Marco Bascetta