Ho letto l’articolo di Santomassimo e vorrei fare alcune riflessioni: Su gli errori della sinistra abbiamo detto tutto il male possibile, e non vorrei tornarci sopra che sarebbe come sparare sulla croce rossa.
Io stessa ho mandato due lettere, una prima e una dopo le elezioni del 4 Marzo.
La cosa però che mi colpisce di questa lettera è che, secondo chi scrive, il principale errore della sinistra è non essersi comportata come fa la destra, cioè lisciando il pelo all’elettorato dal verso giusto.
L’elettorato ha sempre ragione, è come il cliente di un negozio, io ci porto i soldi e mi aspetto da te che tu mi dica che sono bello e buono.
L’elettorato, cioè i cittadini a volte hanno ragione e a volte torto.
Al saldo degli errori della sinistra, che sono tutti veri, coloro, e sono tanti ,che pensano che questa destra , sovranista e antieuropeista a prescindere, che racconta e fa credere al popolo che uscendo dall’Europa e chiudendo ogni paese nei suoi confini avremo i nostri problemi risolti , avranno , nel tempo brutte sorprese.
Ci sono persone, come me, che pensano che dobbiamo dire la verità, su i conti pubblici, su quello che si può fare oppure no.
Sul risanamento delle periferie, che se anche ci mettiamo mano non l’avremo risolto neanche in una legislatura.
Sull’estrema povertà di 5 milioni di persone che certamente non si risolve con la flat tax anzi probabilmente si peggiorerà perché se ci saranno meno soldi di tasse dovranno tagliare i servizi e tutto graverà sulle classi più povere.
Il “popolo” spesso di queste cose non si accorge perché la dialettica di destra gli dice quello che vuol sentirsi dire.
E’ anche questa colpa della sinistra che non ha saputo parlare nel modo giusto alle persone ?
Penso di si, penso che dobbiamo ricominciare da zero con persone nuove che facciano politica per passione e non per mestiere, aperte ai bisogni del territorio e che elaborino gli antichi valori di solidarietà e fratellanza in chiave moderna e attuale, ma che raccontino alla gente la verità sempre e comunque anche a costo di essere impopolari e perdere voti.
Seguire la destra sul suo terreno abbiamo già visto dove ci ha portato.
Spero che i giovani alzino la testa, che si facciano largo anche con i gomiti, se necessario, per prendersi li loro sacrosanto diritto ad essere protagonisti della loro vita e della vita collettiva.
Sinistra, se ci sei, batti un colpo.
Commenta (0 Commenti)
Riceviamo da un frequentatore del nostro sito la segnalazione che segue, aggiungiamo solo che durante le feste nazionali molte aziende impongono ai dipendenti di lavorare, ad esempio è il caso dei supermercati Conad che addirittura pubblicizzano l'apertura di oggi, 25 aprile, sui quotidiani locali.
Alle ore 12 meno 10 min sono passato dalla Piazza; ho visto un operaio al lavoro dietro la merlatura di Palazzo del Podestà.
In una data storica, come il 25 aprile, è una evidente stonatura.
E' il segno che un'Amministrazione Pubblica non ha il controllo di un cantiere di un'opera pubblica! E' forse un'inezia, rispetto al tema generale della sicurezza dei cantieri edili. Tuttavia, in una giornata di festa nazionale, non mi pare un esempio di civismo e di rispetto della storia.
Non si può scaricare la responsabilità sulle ditte che devono rispettare le scadenze degli appalti, perché significherebbe che ci sono lacune nel crono programma dei lavori.
Per il Primo Maggio...si replica?
(lettera firmata)
Commenta (0 Commenti)Agli organi di stampa locali in indirizzo.
In allegato troverete una mia lettera aperta al Sindaco di Faenza sulla questione degli insulti che ha ricevuto a causa della mancata chiusura delle scuole lo scorso 27 febbraio e la sua risposta istituzionale. Poiché la nota del Sindaco resa pubblica dalla stampa è successivamente giunta alle scuole in data 3 marzo con preghiera di lettura e discussione in tutte le classi, intervengo in qualità di professore (con un piccolo passato dedicato all’impegno politico) su una questione delicata ma di grande importanza. Augurandomi di trovare un po’ di spazio tra le vostre cronache auguro un buon lavoro a voi tutti, Martino Albonetti.
Come educare i giovani ad essere cittadini rispettosi.
Lettera aperta al Sindaco di Faenza Giovanni Malpezzi.
Caro Giovanni,
ti arrivi innanzitutto la mia solidarietà per le parole ingiuriose e le offese alla tua sensibilità religiosa che ti sono piovute addosso dopo la tua legittima e da me condivisa decisione di non chiudere le scuole martedì 27 febbraio scorso.
Vorrei però, come professore che quotidianamente parla e discute con gli stessi giovani che hanno commentato il tuo post, avviare un ragionamento pubblico sulle questioni decisive che questo caso ci pone davanti. Le scuole superiori di Faenza sono state invitate a leggere in tutte le classi il comunicato che tu avevi già affidato a social e stampa, il quale ha come obbiettivo quello di ottenere le scuse di chi ti ha offeso come pubblico ufficiale, in mancanza delle quali tu procederai a denunciare tutti coloro che non avranno accolto il tuo pressante invito. La mia scuola (Itip Bucci) non si è limitata a far leggere e discutere la circolare in tutte le classi ma, come forse avrai notato, le ha dato grande rilievo nel suo portale istituzionale.
Non siamo quindi davanti ad una questione privata, seppure ingigantita dal fatto che tu sia il Sindaco della città; tu non chiedi semplici scuse (del resto non puoi nemmeno sconfinare nell’abuso d’ufficio), ma ci proponi pubblicamente una questione educativa; ed è su questo che mi permetto di dialogare con te. Affronterò brevemente due punti, uno preliminare che riguarda l’utilizzo dei social istituzionali; un altro, più specifico, sull’efficacia educativa della tua scelta di ‘convocare’, in Comune, sotto la spada di Damocle della denuncia, i ragazzi e le loro famiglie.
Per non alimentare equivoci, ribadisco che sono inqualificabili i comportamenti che hai denunciato. Ora, però, mi e ti chiedo: perché hai acconsentito al commento di una comunicazione da te definita istituzionale, di una scelta doverosa ma squisitamente tecnica fatta da un Sindaco nell’esercizio delle sue funzioni? Cosa ti aspettavi da ragazzi tra i 14 e i 20 anni, elogi ovvero critiche misurate? Non vedi a cosa si è ridotto il confronto democratico tra posizioni diverse? Non è forse lo stesso segretario dimissionario del tuo partito che indica le offese ricevute in passato dal gruppo dirigente del M5S come un ostacolo insuperabile per un accordo di governo? E se i leader di partito parlano senza pudore e autocontrollo, tu ti aspetti che alle sette di un mattino nevoso degli adolescenti trepidanti per stare a casa inizino a motivare dialetticamente il loro dissenso ad una decisione che non condividono? Noi professori (non tutti a dire il vero) evitiamo con cura di essere coinvolti dai social network e di frequentare i luoghi della rete dove sguazzano i nostri allievi; chi tra noi contravviene a questa elementare misura di profilassi nell’era della comunicazione digitale lo fa a proprio ‘rischio e pericolo’ (oppure è un adescatore, un profittatore delle fragilità degli adolescenti).
Ma vengo al punto che più mi interessa discutere con te: la richiesta di scuse previo appuntamento con la tua segreteria da parte di tutti coloro che ti hanno offeso, pena la denuncia. A parte la piccola sfumatura ricattatoria, forse inevitabile, ciò su cui nutro molti dubbi è l’efficacia della tua richiesta. Mi sembra evidente che tu abbia un obiettivo di educazione civile che, al di là di un fondale paternalistico che intravedo, mi sento di condividere; tu vuoi insegnare ai giovani (anche ai loro genitori?) come ci si comporta nei confronti delle istituzioni e dei loro rappresentanti. Ma anche ammettendo che chi ha usato l’ingiuria sappia e riconosca ruolo e funzioni di un Sindaco, pensi proprio che tutti i minori che ti hanno insultato, casomai all’interno di una dinamica di gruppo e spinti dal meccanismo infernale dell’emulazione e nella sicurezza di un supposto anonimato, andranno a raccontare ciò che ti hanno scritto ai loro genitori? Certo, tu gli hai fatto paura (attenti, fra quindici giorni vi denuncio, lunedì 3 erano dodici oggi, immagino, siano due), ma sei sicuro che ciò sia sufficiente, nonché pedagogicamente consono, perché essi si confidino con babbo e mamma? Non sarà invece che proprio i più fragili, forse proprio quelli che hanno esagerato di più, che forse hanno relazioni familiari complicate e difficili – disagiate -, non saranno cioè proprio quelli più bisognosi del nostro aiuto a tacere, a chiudersi in se stessi, assaliti in sovrappiù dall’angoscia che arrivi una denuncia del Sindaco della quale la famiglia non sa nulla? (E, detto tra parentesi, al di là delle difficoltà legali che intravedo nella denuncia di decine di minori da parte di un Sindaco, visto che hai accesso diretto all’anagrafe, non sarà il caso che una volta identificati i rei e prima di procedere con la denuncia, tu contatti ufficialmente le famiglie che non si sono presentate?). Il mondo ideale non corrisponde a quello reale.
Così, per concludere, vorrei invitarti ad altra soluzione educativa per avvicinare i giovani alle Istituzioni repubblicane e democratiche, verso le quali sono pericolosamente indifferenti se non ostili (sulla questione personale, se c’è, deciderai tu, senza coinvolgere le scuole). Perché il Comune, in collaborazione con le scuole, non propone delle assemblee d’Istituto in cui confrontarsi su quello che è avvenuto e sui problemi qui solo accennati?
Vieni a scuola Giovanni, vieni tu da noi. Vieni a parlare con i ragazzi che ti hanno scritto in maniera educata e con quelli che hanno utilizzato verso di te parole sbagliate e da censurare; vieni a spiegare le tue ragioni e ad ascoltare quello che vorranno dirti i più giovani cittadini della nostra città. Non insistere perché il figliol prodigo torni, ma aiutaci a predicare la buona novella del dialogo civile e democratico.
Con stima, Martino Albonetti.
Faenza, 8 marzo 2018.
Commenta (0 Commenti)