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"Azione Nonviolenta", rivista bimestrale del Movimento Nonviolento, ha dedicato un numero monografico (n.605) alla "Campagna per la Difesa Civile, non Armata e Non violenta" lanciata il 25 aprile 2014 a Verona all'Arena di Pace e Disarmo. 
Le Reti pacifiste, non violente e disarmate che vi hanno aderito hanno formulato una Proposta di Legge di Iniziativa Popolare che è stata presentata alla Corte di Tassazione il 3 luglio 2014. 
Perché questo Progetto di Legge venga discusso in Parlamento, i Comitati locali che sostengono la Campagna devono raccogliere 50.000 firme autenticate entro il 3 maggio 2015. 
Decine di Associazioni Nazionali hanno promosso la Campagna e 12 di esse hanno i loro Gruppi locali anche a Faenza (Acli, Agesci, Anspi, Arci Auser, Caritas, Comunità Papa Giovanni XXIII, Legambiente, Mani Tese, Movimento Nonviolento, Pax Christi, Uisp) ma, in tutti questi mesi, essi non hanno costituito un Comitato locale per avviare una raccolta dí firme. 
Solo di recente un piccolo gruppo di "pacifisti sciolti” ha provveduto a consegnare all'Ufficio Elettorale di Piazza Rampi i fogli nei quali si può firmare se provvisti dì carta d'identità. 
La Proposta di Legge prevede la costituzione del Dipartimento per la Difesa Civile. Il Dipartimento ha tra i propri compiti più importanti la predisposizione di piani per la Difesa civile, non armata e nonviolenta, la loro sperimentazione e attuazione nonché il favorire la prevenzione dei conflitti armati, la mediazione, la riconciliazione, la promozione dei diritti umani e la solidarietà internazionale. Agirà in collaborazione con la Protezione Civile, i Vigili del fuoco e il Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile.
Si può firmare fino al 3 maggio, dunque i tempi sono strettissimi ma vale la pena tentare perché questa Proposta è davvero innovativa; è un'alternativa alla proliferazione degli armamenti, un passo piccolo ma concreto verso la pace. 
Un'altra difesa è possibile.

Faenza,18 aprile 2015

Marcella Morelli 
Via G. Da Maiano 13
48018 Faenza

 

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Come si può restare in silenzio davanti all'immane tragedia che si sta consumando nel nostro mar Mediterraneo?
Forse perché siamo sufficientemente lontani da quei luoghi?
O perché in fondo si tratta solo di numeri?
1600 ho letto stamani sul giornale, si stimano i morti in fondo al mare.
Come italiani ed ancor più come europei siamo impotenti e annichiliti di fronte a questo grande esodo anche se già da tempo previsto e segnalato da più organizzazioni. La politica fa a gara a rimpallarsi le responsabilità di quello che sta accadendo, tutti hanno le ricette risolutive però niente si muove.
C'è stato un periodo , a partire dagli anni 2000, che le guerre sono fiorite come piante malefiche nelle politiche dei paesi occidentali e con la complicità da parte di molta opinione pubblica siamo andati a destabilizzare tutto il Medio Oriente, Africa compresa, per scopi di opportunità politica ed economica; naturalmente a nostro favore, ammantandole di umanità democratica.

“Andiamo a portare la democrazia, tutti saranno liberi e democratici” tutte le donne di fede islamica si toglieranno il burka, il velo e quant'altro e le vedremo girare in minigonna.
La storia ci dice che i popoli hanno da percorrere la loro strada, che prende

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Faenza - Villapana, Tampieri e Caviro, le risposte sono incomplete

Qualche settimana fa anche questo sito ha pubblicato una nostra lettera nella quale esprimevamo le nostre preoccupazioni ambientali relative all'attività delle aziende Villapana, Tampieri e Caviro del nostro territorio. A tale proposito abbiamo ricevuto alcune risposte che vorremmo riassumere:
il sindaco Malpezzi, che ci ha risposto in qualità di presidente dell'Unione della Romagna Faentina, dopo aver descritto brevemente i processi produttivi della distilleria Villapana, scrive che: «Dal punto di vista ambientale l'intero sistema ci sembra virtuoso in quanto recupera uno scarto naturale (la feccia) per produrre tartrati naturali e non da sintesi chimica». Noi ci chiediamo a chi si riferisca quel «ci sembra». Sempre secondo il sindaco Malpezzi «lo stoccaggio all'aperto delle vinacce è una pratica comune a tutti questi stabilimenti». Pratica comune, ma non bella. Comunque a Villapana è tutto a posto.
Passando poi alla Caviro e al progetto Enomondo che vedrà potenziati i suoi inceneritori, lo stesso Sindaco ci spiega che nel sistema attuale funzionano due centrali a policombustibili (bruciano quindi anche un po' di rifiuti) per complessive 9.000 ore all'anno, mentre nel nuovo progetto ci saranno sempre due centrali, una delle quali nuova; che inceneriranno materiali non specificati per ben 15.800 ore all'anno, cioè 6.800 ore in più senza che ci venga neppure detto cosa verrà bruciato. Dobbiamo stare tranquille? Il dottor Giovanni Tampieri ci ha risposto personalmente e, dopo averci spiegato che siamo male informate un po' su tutto, ci ha invitate a visitare il suo stabilimento, precisando che sarà meglio farlo «quando la stagione sarà più mite e favorevole e sarà certamente più piacevole trascorrere mezza giornata all'aria aperta».
Mezza giornata all'Oleificio Tampieri, cosa potevamo chiedere di più? Intanto Arpa tace.

(Marcella Morelli, Norma Cicognani, Valeria Taroni, Anna Colombini, Mariarosa Santandrea, Arianna Renna Marabini)

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Gli italiani, in questo tratto della loro vita collettiva, si trovano - ogni giorno e ogni ora - in mezzo a confusioni talmente grandi che non capiscono più se siano disorientati o bastonati. I dati che, ognuno a piacimento e secondo convenienza, sforna sui numeri del " miracolo" Jobs Act o su altre misure super-veloci del governo del "verso che cambia", si contraddicono.
Scusate la libertà di prendermi licenza di fare ironia su questioni serie. Ma ci sono stimoli che non puoi farti sfuggire. Mi chiedo perché, il governo non faccia una legge che proibisce all' INPS e all' ISTAT, di pubblicare dati che smentiscono quelli da lui stesso messi in circolo, proprio nei momenti più bisognosi di fare propaganda. Non capisco perché non faccia, cosi come si sta pensando di fare, una norma che vieti la pubblicazione di intercettazioni di conversazioni tra corrotti e corruttori. Si potrebbe - esempio pratico - autorizzare la pubblicazioni di dati e informazioni utili unicamente a far sorridere Renzi e vietare tutte le altre. Almeno avremmo finalmente una folla coesa, ammassata e felice.
Che so, per esempio: si da la colpa ai magistrati che scoprono le marachelle invece che darla a chi le combina. Se la gente non sa, il reato non esiste.
Si perché - per il governo - aumentano gli occupati; calano le tasse e l'Italia "ce la fa". A fare che? Se invece nelle famiglie ci si fa un botto di conti, si capisce che: chi era inoccupato tale resta; le tasse statali sul salario dell' unico occupato in famiglia restano come prima; quelle comunali e regionali aumentano. I nostri sindaci e governatori ci informano che, se non ci prendono un po’ di soldi con le varie addizionali o tickets, non ci possono garantire il funzionamento della sanità. E che se vogliono garantirla, devono dare un po’ di risorse a quella privata. E sì, perché non si può mica rimanere fermi alla vecchia concezione secondo cui lo Stato debba dare tutto. Bisogna "ragionare moderni" e lasciare al mercato briglia sciolta. Se poi c' è qualcuno che si arricchisce sulle tue sfighe; se qualcun altro ruba e corrompe; se si infiltrano mafiosi, che ti importa. L' importante è non saperlo.
Finita con l' ironia si cominci con le cose serie.
L'occupazione non aumenta perché il governo non ha predisposto un piffero di piano industriale e

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Sabato 18 marzo è prevista a Faenza, in Piazza del Popolo alle 17,30, la presenza delle cosiddette Sentinelle in Piedi, che tutti conosciamo come integralisti religiosi che scendono in piazza, pacificamente, a vegliare sui bistrattati diritti della "famiglia naturale" (il mio tono è ironico).
So che molti considerano questi happening semplici provocazioni o niente più che una buffonata, e sono d'accordo sul fatto che siano un po' entrambe queste cose, ma sono anche convinto che si tratti di qualcosa di più, e di più grave, ovvero una manifestazione pubblica tesa a sensibilizzare la cittadinanza sulla necessità di privare certe persone della loro libertà, privilegiando invece un pensiero retrogrado e ispirato unicamente dal fanatismo religioso.
Non si tratta pertanto del diritto di esprimere la propria idea nel rispetto di quelle altrui, bensì - evidentemente, visto che non mi risulta ci siano in Italia particolari pericoli per la famiglia di stampo tradizionale - di chiedere che nel nome delle proprie idee "giuste" altre persone non possano vedere riconosciuta la loro identità sessuale, la loro libertà di vincolarsi o meno in matrimonio o di avere o no dei figli, il che è, a mio parere, assolutamente inaccettabile.
Questo è un atteggiamento illiberale, che assume nella nostra città - alla luce delle dichiarazioni del nostro sindaco e del farneticante OdG approvato dal Consiglio Comunale a proposito della cosiddetta "famiglia naturale" - un aspetto ancor più inquietante.
Non dimentichiamo inoltre che questo movimento è spalleggiato dall'estrema destra che vede in loro dei paladini del suo credo "Dio, Patria, Famiglia", quella destra a cui si è concesso troppo spazio negli ultimi anni nel nome della democrazia e della libertà di opinione, e che per questo viene ormai vista come un legittimo interlocutore anziché il rigurgito di un'ideologia da rifiutare senza distinguo.
A mio parere non si deve lasciare la piazza a queste persone, fossero anche solo una decina (e saranno sicuramente molti di più), ma che si debba dimostrare loro, in maniera civile e magari con una giusta irriverenza, che il loro destino è di essere dimenticati dalla storia come ultime propaggini di un pensiero oscurantista che non deve trovare spazio in un paese laico e moderno.
Loro staranno in piedi, con un libro in mano; io vorrei che ci fossero altri, magari più di loro, in piedi o meglio ancora seduti (che è più comodo) e anche loro con un libro, possibilmente scritto da un libero pensatore o da uno scrittore non vittima dei loro stessi pregiudizi. Io vorrei esserci, ma non da solo.
 
Sergio Deggiovanni
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a cura di Leonardo Sciacca*

Rimase stupefatto davanti alle mura possenti della Rocca.
Cornacchia gli spiegò che era stata degli Sforza e poi dei Borgia,
che avevano chiamato Leonardo da Vinci a perfezionare le mura.
Adesso era una prigione.
“Ci chiuderemo i borghesi dopo la rivoluzione”, assicurava
il muratore divertito dalle sue stesse parole. “I preti no.
Quelli li manderemo a Faenza, dove sono tutti codini”.

Valerio Evangelisti. Il sol dell'avvenire vol. 1
Vivere lavorando o morire combattendo.
Mondadori, 2013

 Codino: persona rigidamente conservatrice,
Sinonimo: parruccone
Sabatini Coletti – Dizionario della lingua italiana

Ormai è di dominio pubblico che, nonostante lo scivolone sull'odg sulla famiglia naturale, il Pd compatto come e più del partito comunista bulgaro, ha ridato fiducia e candiderà nuovamente sua eminenza Giovanni Malpezzi alle prossime elezioni comunali. Qualcuno si aspettava qualcosa di diverso? Chi meglio del pretino di Errano è in grado di fare sintesi tra Chiesa, Banche e Cooperazione in questa città? Per un Pd faentino, renziano anti litteram, che già cinque anni or sono riuscì ad imporre la DCS8MS (Democrazia Cristiana Sotto Mentite Spoglie), Malpezzi è il candidato ideale. Peccato che non possa fare tre o addirittura quattro mandati.
Queste sue caratteristiche politiche e personali, tuttavia non sono sufficienti per capire come ha governato la Curia... ehm... la Giunta in questi cinque anni.
Più utile e certo non esaustivo, può risultare farsi un giro per la nostra cittadina: capirne un po’ la geopolitica attraverso un viaggio a fatto a tappe, insomma un numero di Limes alla romagnola.  

Autostrada A14
Un mio amico di fuori Faenza che per farmi visita ha percorso l'autostrada, mi dice: “ma che caspita è quella struttura con quelle tette giganti bianche in prossimità di Faenza? Ad una delle tette non sono riusciti a finire di mettere il silicone. L'erba ed i laghetti che ci sono intorno mi ricordano un poco Chernobyl”.
Imbarazzato, distraggo l'amico con la seguente frase ad effetto: “Guarda lassù in alto, ci sono quattro Pterodattili!”.  

Via Granarolo e Zona Industriale
I non faentini che raggiungono Faenza dall'A14 o da Ravenna, in numerose occasioni si chiedono che tipo di problemi stia avendo il proprio olfatto. Risposta: nessuno, sono semplicemente i miasmi prodotti dalle quattro distillerie presenti all'interno dei confini comunali. Una di queste, Enomondo (ossia Caviro e Hera), ha recentemente ottenuto dal Comune la possibilità di aumentare la produzione di energia per i propri impianti e per il mercato, utilizzando rifiuti e biomasse con la quasi certezza che questi saranno trasportati da un numero di camion che peggiorerà la già tartassata qualità dell'aria. Tranquilli, la distilleria di cui sopra provvederà a sobbarcarsi i costi di

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