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Devo dire che quando ho saputo dello scivolone sulla mozione in consiglio comunale non ho potuto fare a meno di sorridere e...molto.
Non riuscivo a credere come persone dell'esperienza di Giovanni (Malpezzi), Luca (De Tollis) e Manuela (Rontini), cattolici come me, fossero caduti in questa trappola.
Vorrei sottolineare il fatto che l'esperienza che hanno non è solo politica ma sono esponenti del mondo cattolico che si sono dati alla missionarietà, all'incontro con l'Altro, relazionandosi di persona con la diversità culturale.
Ma ritorniamo all'episodio.

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Come di consueto, dopo ogni elezione redigo una nota nella quale riassumo le mie analisi e valutazioni sui risultati, le quali di norma giungono dopo che a livello nazionale analisti e opinionisti di ottimo o buon livello, “indipendenti” o di parte, hanno elaborato e pubblicato le loro analisi e opinioni, le quali sono ormai note a tutti gli interessati. Nonostante che in questo caso io ritenga di non approfondire l’analisi a livello dei comuni ravennati, in quanto ciò risulterebbe di interesse minimo, di fronte ai macroscopici cambiamenti emersi dal voto del 23 ottobre, procedo ugualmente, perché mi preme introdurre alcune sottolineature. Lo farò dal punto di vista di chi è interessato alla sinistra e alle prospettive della democrazia partecipata, e tuttavia cercando di essere obiettivo.
I cinque dati più rilevanti consegnatici dal risultato elettorale, come è noto sono i seguenti: un astensionismo di proporzioni allarmanti, clamorose, specie trattandosi dell’Emilia-Romagna; un crollo di voti del PD, con un netto calo percentuale rispetto alle europee (meno 8%); un c rollo di FI, affiancato da un forte balzo in avanti della Lega, che sfiora il venti per cento, dopo le percentuali molto basse delle europee e delle politiche del 2013 e il tredici per cento delle regionali del 2010; ancora un crollo, in questo caso del M5S, rispetto alle europee e soprattutto alle politiche del 2013; SEL e l’Altra Emilia- Romagna, calcolate assieme, anche se la prima, ancora una volta si è presentata alleata al PD e la seconda in alternativa a questo partito, rispetto alle europee, dove erano unite nella lista Tsipras, sono passate dal quattro all’otto per cento con una lieve riduzione del numero di voti, ma l’area è rimasta sostanzialmente stagnante rispetto alle politiche 2013 e alle europee 2010. Ho preso a riferimento solo i dati regionali e non anche quelli della nostra provincia, perché questi sono sostanzialmente la fotocopia dei primi. 
Che dire? 
C’è chi, tra quelli impegnati in politica, incolpa

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Gentile sig. Sindaco
“la famiglia costituisce, più ancora di un mero nucleo giuridico, sociale ed economico, una comunità di affetti e solidarietà in grado di insegnare e trasmettere valori culturali, etici, sociali, spirituali e religiosi essenziali per lo sviluppo e il benessere dei propri membri e della società”
Ma la famiglia non è solo questo
Spesso la famiglia è un luogo chiuso dove vengono perpetrati i crimini più abbietti.
Negli anni prima e dopo la seconda guerra mondiale nelle famiglie rurali veniva praticato molto spesso l'incesto, le donne della famiglia non avevano nessun diritto e nessuna voce in capitolo, non avevano diritto all'eredità e in famiglia si sedevano a tavola dopo aver servito gli uomini e mangiavano quello che avanzava del pranzo.
Ai giorni nostri le donne vengono maltrattate, ghettizzate e uccise dai mariti, dai compagni, dai fidanzati e dagli ex tutto.
I figli vengono gettati nei canali, i noeonati nei cassonetti, i valori etici che vengono

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Scheda elettorale

Dopo le recenti disastrose elezioni regionali, non è facile cercare di ipotizzare una ripresa dell'iniziativa della Sinistra.
Le drammatiche condizioni dei lavoratori, specie di quelli con lavoro precario (tutti i nuovi assunti degli ultimi 5-6 anni, larga parte degli assunti negli anni precedenti) hanno pesantemente eroso la rappresentanza politico sociale della Sinistra. La crisi economica, con i licenziamenti e la cassa integrazione, sta creando fenomeni diffusi di disperazione: basti pensare che le risorse per gli ammortizzatori sociali si stanno gradualmente esaurendo. Non parliamo delle piccole imprese.
Lo sciopero generale indetto da CGIL e UIL, pur tardivo, ha tuttavia ricompattato la base tradizionale del sindacato, lanciando un forte messaggio ai precari ed ai disoccupati. I lavoratori che hanno scioperato si riconoscono nella CGIL non perchè non ne vedano le manchevolezze, ma perchè essa è un soggetto che esprime una rappresentanza reale, visibile dalla sua gente e verificabile, nelle Camere del Lavoro e nelle RSU. E' una struttura con la quale ci si può anche arrabbiare, dove si può andare a sfogarsi, perchè esiste. Se venisse a mancare questo suo carattere, lo stesso Landini, pur autorevole, diverrebbe soltanto un fenomeno mediatico: anche chi ha criticato la CGIL dal suo interno, negli ultimi 20 anni, si è avvalso della credibilità della “ditta”.
Nessun partito dell'area democratica e progressista (come si diceva una volta) può rivendicare oggi un simile radicamento sociale. Inoltre, i partiti appaiono

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Parlando del forte astensionismo nelle regionali del 23 novembre, drammaticamente alto in Emilia Romagna, il professor Piergiorgio Odifreddi ha proposto una riflessione che condivido. Tradotto in breve, ha detto che a disertare le urne sono stati questa volta tanti elettori di sinistra che “hanno perso la speranza”.
L’astensionismo non è un fenomeno inedito, si alimenta di volta in volta di motivazioni nuove e diverse. Ritengo debba preoccupare sempre chi ha a cuore la partecipazione quale essenza della democrazia. E che ne vadano capite le ragioni. Una modesta quota di elettorato che non vota

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Si dice spesso che in politica non esistono spazi vuoti, quando se ne creano vengono presto riempiti. Credo che questo sia vero anche oggi, e non solo rispetto alle recenti elezioni regionali. In questo caso, la distanza e la delusione rispetto alle proposte politiche, e al personale politico, soprattutto delle forze maggiori in campo, a partire dal PD, ha prodotto l'enorme l'astensionismo, ma anche un ricompattamento di diverse opzioni di destra e moderate verso la Lega di Salvini, fenomeni entrambi preoccupanti. (Oggi, anche per effetto delle ultime scoperte sul malaffare, come “Mafia capitale”, la tendenza all'astensionismo sarebbe ancora maggiore).

Tuttavia, visto da sinistra, il problema vero è la mancanza di una proposta alternativa credibile, che quindi possa essere un riferimento innanzitutto per i milioni di persone che si stanno mobilitando contro gli effetti della crisi e anche contro le politiche del governo.

Come è stato osservato, le due liste a sinistra del PD non hanno intercettato, se non in minima parte, questa domanda. Ma potevano farlo? Non c'è dubbio che se fossero state unite sarebbe stato meglio (e noi, nel nostro piccolo, avevamo cercato di contribuire), ma questo avrebbe sul serio cambiato il quadro? Credo non

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