ISRAELE/PALESTINA. Lettera aperta al presidente della Repubblica dopo il discorso di fine anno sull'offensiva militare israeliana in corso contro Gaza
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Manifestazione a Milano per la Palestina, novembre 2023 - Ansa
Sono oltre 1.500 le firme alla lettera diretta al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, lanciata da Angelo d’Orsi, Fabio Marcelli e Andrea Catone, «Non in nostro nome»: si chiede conto al presidente del modo in cui nel discorso di fine anno ha affrontato l’attacco militare israeliana in corso a Gaza, con «30.000 vittime civili, 70.000 feriti, 90% degli edifici rasi al suolo…Una economia, una società, un paesaggio annichiliti» e con le dichiarazioni di esponenti del governo israeliano sulla «necessità di espellere da Gaza i palestinesi sopravvissuti».
I firmatari ritengono «grave che nel Suo messaggio riduca il genocidio in corso a “un’azione militare che provoca anche migliaia di vittime civili”»: «Ella evita di dare un nome al popolo vittima del massacro: nel Suo discorso sono “moltitudini di persone”. Non sono “moltitudini”: è il popolo palestinese che subisce da 75 anni l’occupazione di Israele». Tra i firmatari Alberto Bradanini, Luigi De Magistris, Ginevra Bompiani, Enrico Calamai, Mimmo Lucano, Maurizio Acerbo, Piergiorgio Ardeni, Paola Nugnes, Piero Bevilacqua, Enzo Scandurra, Eleonora Forenza.
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Signor Presidente,
noi sottoscritti cittadini e cittadine Suoi connazionali, lavoratori della città e della campagna, studenti e persone impegnate nel mondo della cultura, dell’insegnamento, dell’associazionismo, ci permettiamo di ricordarLe la situazione in atto in Palestina:
circa 30.000 vittime civili a Gaza, senza contare i presumibili 10.000 sotto le macerie.
70.000 feriti che non possono essere adeguatamente curati in ospedali distrutti da Israele.
1000 bambini che hanno perso uno o entrambi gli arti inferiori o superiori.
90% degli edifici rasi al suolo: “non è rimasto brandello di muro”, dichiarano i pochi osservatori ONU rimasti sul campo.
Una economia, una società, un paesaggio annichiliti.
Oltre 2 milioni di persone sono senza un tetto, né acqua, né cibo, né medicinali, né carburanti, e sono spinte dall’esercito israeliano in una piccola sacca a Gaza sud, che peraltro continua ad essere bombardata.
Intanto si susseguono dichiarazioni di governanti israeliani sulla necessità di espellere dal territorio di Gaza i palestinesi sopravvissuti, e sul progetto di ricolonizzazione di Gaza da parte dei coloni israeliani, mentre addirittura si pubblicano annunci di lussuosi villaggi turistici da costruire sulle macerie e sui corpi insepolti della popolazione palestinese.
In Cisgiordania (secondo l’ONU, “Territori Occupati”) gli oltre 700.000 coloni israeliani, che hanno occupato illegalmente il territorio e rendono molto problematica, per non dire impossibile, la soluzione “due popoli, due Stati”, spalleggiati dall’esercito di Israele attaccano quotidianamente e uccidono i contadini palestinesi, compresi donne, anziani, adolescenti.
Israele ha ucciso 138 funzionari dell’ONU e continua a bombardare i convogli dell’agenzia per i rifugiati dell’ONU. Colpisce le ambulanze che trasportano i feriti. Cattura, e umilia denudandoli e ingiuriandoli, centinaia di cittadini colpevoli semplicemente di essere palestinesi.
Israele ha trucidato un centinaio di giornalisti e fotografi nell’esercizio del loro lavoro.
Il segretario generale dell’ONU Guterres ha denunciato ripetutamente la “catastrofe umanitaria”, l’Assemblea generale dell’ONU approva la risoluzione che chiede l’immediato cessate il fuoco.
Alcuni stati, come il SudAfrica deferiscono Israele alla Corte Internazionale di Giustizia (dell’ONU) per genocidio e diversi altri Stati denunciano quella nazione per violazione del diritto internazionale e del diritto umanitario di fronte alla Corte Penale Internazionale. Milioni di persone in tutto il mondo chiedono che venga perseguito Netanyahu e la cupola politico-militare israeliana per questi motivi. Altri Paesi della UE annunciano varie azioni contro Israele, mentre il nostro governo appare silente o complice dei crimini in corso.
Quando l’Armata Rossa sovietica liberò Auschwitz il 27 gennaio 1945 e vennero alla luce gli orrori della Shoah, alcuni giustificarono il loro silenzio e la loro inazione dicendo di ignorare cosa stesse accadendo nei lager nazisti. Oggi assistiamo in diretta alla pulizia etnica e all’olocausto del popolo palestinese. Nessuno può dire “non so”.
È per noi grave che Ella nel Suo messaggio riduca il genocidio in corso a “un’azione militare [di Israele] che provoca anche [evidenziazione nostra] migliaia di vittime civili e costringe, a Gaza, moltitudini di persone ad abbandonare le proprie case, respinti da tutti”. Nient’altro. Ella, Signor Presidente, avrebbe potuto, e riteniamo dovuto, riprendere le dichiarazioni del segretario dell’Onu, le risoluzioni dell’Assemblea generale e levare una voce per l’immediato cessate il fuoco in Palestina. Come anche alcuni leader europei hanno chiesto.
Ella, invece, ha taciuto, Signor Presidente.
Nelle sue parole il genocidio del popolo palestinese in corso (è la definizione dello storico israeliano Ilan Pappé, costretto ad abbandonare il suo paese e la sua università per le minacce di cui è stato oggetto) è stato ridotto alla reazione israeliana “che provoca anche migliaia di vittime civili”. Durante la Resistenza antifascista i massacri operati dai nazifascisti si chiamavano “rappresaglia”; alle Fosse Ardeatine i nazisti applicarono la formula del “10 italiani per un tedesco”. La rappresaglia di Israele (se di rappresaglia si può parlare e non di un piano preordinato di svuotare Gaza della popolazione palestinese e riportarla sotto il diretto controllo israeliano) supera di molto il criterio nazista delle Fosse Ardeatine.
Tra l’altro, Ella evita di dare un nome al popolo vittima del massacro: nel Suo discorso sono “moltitudini di persone”. NO, non sono “moltitudini”, “volgo disperso che nome non ha”: è il popolo palestinese che subisce da 75 anni l’occupazione di Israele, è il popolo che si oppone e resiste all’occupazione, come fecero i nostri patrioti nel Risorgimento e i partigiani nella Resistenza antinazifascista italiana.
Ella dice che i giovani vanno educati alla pace, ma non si educa se non si compie un’operazione di verità, e la verità non è solo non dire il falso, ma dare un quadro completo delle cose. Il Suo discorso – un discorso ufficiale, a reti televisive unificate a tutto il Paese – per quel che dice e per quello che NON dice, viola i principi cui pure Ella dichiara di ispirarsi, non educa alla verità, né alla giustizia, in difesa morale di ogni popolo oppresso.
La parte del Suo discorso dedicata al conflitto in Medio Oriente è in definitiva schiacciata sulla politica bellicistica e disumana del governo di Israele, che annuncia un 2024 di guerra. Legando mani e piedi il nostro Paese alla politica oltranzista di Israele, Ella rompe con quella politica mediterranea di apertura ed equilibrio con i paesi arabi e di riconoscimento delle ragioni del popolo palestinese, promossa tra gli anni Sessanta e Ottanta del secolo scorso da statisti come Moro, Andreotti, Craxi, o da un sindaco eccezionale testimone di pace e costruttore di ponti fra i popoli, come Giorgio La Pira. Il Suo discorso, Signor Presidente, non è solo un inaccettabile silenzio sul genocidio palestinese in corso, è anche un tradimento della storia italiana, e un colpo ai nostri interessi nazionali.
Ebbene, in piena coscienza, e con il massimo rispetto per la carica che Ella riveste, noi sottoscritti ci permettiamo di osservare e di comunicarLe che Ella ha parlato non in nostro nome.
2 gennaio 2024
Angelo d’Orsi, Storico e giornalista, già Ordinario Univ. Di Torino – Direttore “Historia Magistra” e “Gramsciana”
Fabio Marcelli, Roma, dirigente di ricerca, Istituto di studi giuridici internazionali CNR
Andrea Catone, Bari, direttore editoriale edizioni MarxVentuno
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PRIMI FIRMATARI
Alberto Bradanini, Già Ambasciatore d’Italia a Pechino e Teheran
Luigi De Magistris
Ginevra Bompiani
Enrico Calamai, Roma
Domenico (Mimmo) Lucano
Elena Basile, già ambasciatrice in Belgio
Maurizio Acerbo, già deputato, segretario nazionale di Rifondazione comunista
Augusto Ponzio Università di Bari, emerito di semiotica
Marco Papacci Presidente Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba
Massimo Zucchetti Ordinario di Ingegneria Politecnico di Torino, già candidato Nobel
Piergiorgio Ardeni, economista, Univ. Bologna.
Domenico Finiguerra, Abbiategrasso
Paola Nugnes architetta ambientale già senatrice
Ezio Locatelli, ex deputato, giornalista.
Guido Liguori Roma Univ. Della Calabria, presidente International Gramsci Society
Laura Marchetti, antropologa, univ. Reggio Calabria, già sottosegretario all’ambiente.
Piero Bevilacqua, storico, univ. La Sapienza , Roma.
Fabio de Nardis, sociologo, Università di Lecce.
Enzo Scandurra, urbanista, Univ. La Sapienza di Roma
Roberto Musacchio, redattore di Transform, già parlamentare europeo.
Paolo Ferrero, pubblicista, già Ministro della solidarietà sociale.
Giorgio Cremaschi, dirigente sindacale.
Eleonora Forenza, insegnante, già Parlamentare europeo.
Doriana Sarli, già Deputata
Maria Lippiello, architetto, Univ. Federico II di Napoli.
Franco Bartolomei, giurista, Univ. Di Macerata.
Stefano Galieni, giornalista
Francesca Chiarotto Storica, Univ. di Torino, “Historia Magistra”, Istituto Piemontese Gramsci
Ruggero Giacomini Ancona Storico, Centro culturale marchigiano “la città futura”
Marina Boscaino Roma docente di italiano e latino al liceo classico
Virginia La Mura, già senatrice, Napoli.
Antonio Di Siena Bari direttore editoriale edizioni LAD
Alessandra Kersevan Udine Editore, KAPPAVU, coordinatrice di “Resistenza Storica”
Marco Pondrelli Bologna Direttore del sito marx21.it
Alexander Höbel Roma Storico, Università di Sassari
Antonio Di Stasi Ancona Avvocato e docente universitario. Comitato No guerra No Nato
Pietro Adamo, Ordinario di Storia pensiero politico, Univ. Di Torino
Salvatore Tiné Docente di Storia dell’Europa Univ. di Catania.
Francesco Galofaro docente di semiotica, Università IULM di Milano
Susan Petrilli Università di Bari, Prof. Ordinario di Semiotica
Giuseppe Amata già professore ordinario dell’Università di Catania
Matteo Carbonelli Roma docente di diritto internazionale
Francesco Violante Università di Bari – docente di Storia medievale
Nicoletta Manuzzato Milano giornalista
Eugenio Zaniboni Univ. di Foggia, Docente di Diritto internazionale
Giovanna Nigi Gubbio giornalista e scrittrice
Salvatore Vitale Nuzzo già Ordinario di Fisica Generale, Università di Bari
Mihaela Ciobanu Roma Dottora in scienza politica, Direttivo Associazione “Futura umanità”
Giuliano Velliscig Udine Editore – Associazione culturale Euritmica
Gaetano Colantuono Bari redazione Quaderni di Risorgimento socialista
Dario Rossi Genova avvocato, Associazione giuristi democratici Genova
Vito Micunco Bari Rete dei Comitati per la pace di Puglia
Pierfrancesco Semerari Bari Funzionario Regione Puglia
Giuseppe Aragno, storico, poeta, univ. Federico II di Napoli
Marina Penasso, documentalista, Torino
Loris Caruso, Sociologo, Univ. di Bergamo
Antonio Minaldi, Palermo
Eloisa d’Orsi, fotoreporter, Milano-Barcellona
Danila Ghigliano, artista, Torino
SEGUONO CIRCA ALTRE 1500 FIRME
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EGREGIA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI ,ONOREVOLE GIORGIA MELONI ,
sono una BISNONNA di 77 anni ,già docente di ruolo presso l'Istituto Statale d'arte per la Ceramica di Faenza ,in Emilia Romagna e scrivo per RIVOLGERE un ACCORATO APPELLO A LEI , madre di una bambina e che ha avuto la SENSIBILITÀ di sostenere la possibilità di ospitare in Italia la piccola INDI GREGORY, inglese ,per poterla assistere nel migliore dei modi nel proseguimento della sua GRAVISSIMA MALATTIA, purtroppo INCURABILE: a GAZA ,la "striscia di terra " ,sotto controllo del Governo Israeliano,dove ,attualmenteè in corso una guerra feroce,dove ,dal 7 ottobre 2023 ,si è raggiunto il numero TERRIBILE di circa 11.000 MORTI CIVILI ,di cui circa 5.000 BAMBINI , quasi il doppio di questi FERITI ,molti MUTILATI ,mentre i feriti complessivi sono circa 28.000, il 50% delle case DISTRUTTE DALLE BOMBE ( si parla di 32. 000 tonnellate sganciate su uno dei territori più densamente popolato al MONDO ), L'ESODO FORZATO DI 1.500.000 PERSONE ,dal nord al sud ,a piedi ,o con carretti trascinati da asini, sotto il pericolo di bombardamenti ed attacchi dei cecchini ,
ebbene ,a GAZA ,ci sono OSPEDALI SOTTO ASSEDIO ,con migliaia di malati in PERICOLO ,per I bombardamenti nelle strette vicinanze ,oramai MANCANZA pressoché TOTALE di MEDICINE ,ESTREMA SCARSITÀ DI CIBO ,ACQUA ,CORRENTE ELETTRICA ...
All'ospedale di Al SHIFA potrebbero essere curati 700 malati, ma ce sono molti di più e 1500 persone ,donne ,bambini , sfollati ,che si rifugiano per non essere colpiti dalle BOMBE e che sono stati invece anche feriti da cecchini ,dentro e fuori dell'edificio,dove è stato addirittura DISTRUTTO il reparto di CHIRURGIA ,uno dei più importanti per curare i FERITI : il DIVIETO del governo israeliano di fornire il CARBURANTE da utilizzare per far funzionare i GENERATORI IN MANIERA DURATURA ,necessari all'utilizzo delle macchine ed attrezzature per le OPERAZIONI CHIRURGICHE, per i malati in TERAPIA INTENSIVA ,per la ventilazione delle INCUBATRICI in cui vengono tenuti i NEONATI PREMATURI , che hanno ESTREMA NECESSITÀ DI REDPIRATORI E DEL CALORE ADEGUATO PER FARLI CRESCERE ,
ebbene, in questa CSTASTROFICA situazione,di questi bambini, così FRAGILI E PICCOLI, gia` ne sono MORTI 3 e molti altri RISCHIANO DI MORIRE ,di NON POTER NATURALMENTE CRESCERE ,NON PER MALATTIE INCURABILI , ma SOLO ,ESCLUSIVAMENTE ,
per MANCANZA DI CORRENTE ELETTRICA ,dovuta al DIVIETO di fornire il CARBURANTE,ASSOLUTAMENTE NECESSARIO per continuare a CURARE I MALATI ,CURE che DEVONO ESSERE ASSICURATE ANCHE IN TEMPO DI GUERRA ,come contemplate dalle CONVENZIONI INTERNAZIONALI (art.18 delle Convenzioni di Ginevra) .
Onorevole Signora GIORGIA MELONI ,il mio ACCORATO APPELLO - che credo possa essere condiviso dalla maggioranza del Popolo Italiano -, è quello che ,nella SUA QUALITÀ DI ALTO DIRIGENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA,
INTERVENGA PRESSO IL GOVERNO ISRAELIANO ,affinché permetta di far ARRIVARE LA CORRENTE ELETTRICA CONTINUATIVA (non solo per circa 30 minuti ,come poteva essere quella derivata dai SOLI 300 litri di carburante offerti), NECESSARIA ALLA VITA DI QUESTI BAMBINI E DEGLI ALTRI MALATI ,o,in caso contrario ,CHIEDERE DI FAR TRASFERIRE IN ITALIA ,nei nostri OTTIMI E SICURI OSPEDALI ,TUTTI QUESTI BAMBINI ricoverati nelle INCUBATRICI : all'Ospedale di Al SHIFA ,i medici ne indicano la presenza di altri 36 ,ma ,complessivamente ,nei vari ospedali ,oramai non più in grado di curare loro e gli altri malati ,di questi NEONATI PREMATURI ce ne sono 140 ...Poi,però, di bambini ,solo poco più grandi ,ma feriti gravemente , anche con MUTILAZIONI , ce ne sono MOLTI ALTRI .
Questo il MIO APPELLO ,questa la MIA RICHIESTA PER SALVARE questi PICCOLISSIMI ESSERI UMANI, ASSOLUTAMENTE INNOCENTI ,che NON DEVONO PAGARE PER GLI ERRORI E LA CRUDELTÀ DEGLI ADULTI ,per cui ,con i TERRIBILI ATTACCHI del 7 ottobre in territorio israeliano ,ne sono stati UCCISI tanti e con questi ATROCI e CONTINUI BOMBARDAMENTI su uno dei territori PIÙ DENSAMENTE POPOLATI AL MONDO , la zona Palestinese di GAZA , si sapeva BENISSIMO che ne SAREBBERO MORTI TANTI ,TANTISSIMI ,come NON MAI IN ALTRE GUERRE, quindi NON UCCISI CASUALMENTE,ma in maniera DELIBERATA ,INTENZIONALMENTE,in un luogo dove il 40% dei 2.300.000 abitanti di GAZA è composto da BAMBINI !
Faccio questo APPELLO con il CUORE STRAZIATO, pensando a TUTTO L'AMORE che deve,invece , essere TRASMESSO ai BAMBINI, ai GIOVANI: quello che IO ho dato ,oltre ai miei familiari,a circa 2000 nel corso dei miei 30 anni di insegnamento e ad altre centinaia nelle mie attività sociali e di impegno civico .
La ringrazio per l'attenzione, essendo SICURA che,anche il suo CUORE sia così SENSIBILE al BENE DEI BAMBINI e le invio quei miei saluti migliori che posso esprimere, augurandole di poter LAVORARE NEL MASSIMO DELLE SUE POSSIBILITÀ allo SCOPO SPECIFICO DEL MIO APPELLO.
Maria Rossini
Domenica 12 novembre 2023 .
Commenta (0 Commenti)Grazie alle numerose donazioni pervenute a seguito dell’emergenza alluvione, il Comune di Faenza ha deciso di mettere le risorse a disposizione della popolazione colpita dall’alluvione più svantaggiata. Sarà erogato a ciascun nucleo familiare, in un’unica tranche, un contributo variabile in base alla fascia ISEE (che deve essere in corso di validità e non superiore a 24.000 euro).
● Fascia A: ISEE da euro 0,00 a euro 15.000 → contributo fino a un massimo di euro 2.000;
● Fascia B: ISEE da euro 15.000,01 a euro 24.000 → contributo fino a un massimo di euro 1.000.
Chi ne ha diritto
Chi fatto la domanda di CIS e ha spese superiori a 5.000 €
Se la tua domanda è risultata regolare all’istruttoria, dovrai dichiarare di impegnarti a presentare, al momento della domanda di saldo del Contributo di immediato sostegno (CIS), l’autodichiarazione delle spese giustificative per un importo complessivo superiore a 5.000 euro o, in alternativa, presentare una perizia contenente i danni subiti entro i termini che saranno definiti da una disposizione successiva sul tema.
Erogazione del contributo in questa casistica: gli uffici dell’Unione Romagna Faentina acquisiranno l’ISEE dalla banca dati INPS. Si chiede quindi ai cittadini di provvedere a dotarsi di attestazione ISEE in corso di validità.
Chi ha fatto la domanda di CAS e non è ancora rientrato/a nella sua abitazione principale
Se hai presentato la domanda di CAS regolare all’istruttoria e non sei ancora rientrato/a nella tua abitazione principale alla data del 31 agosto 2023, puoi usufruire di questi contributi ulteriori messi a disposizione dal Comune di Faenza.
Erogazione del contributo in questa casistica: gli uffici dell’Unione Romagna Faentina acquisiranno l’ISEE dalla banca dati INPS. Si chiede quindi ai cittadini di provvedere a dotarsi di attestazione ISEE in corso di validità.
Chi non ha potuto presentare la domanda di CIS come affittuario/a
Se avevi diritto a presentare domanda di CIS, ma eri impossibilitato/a a farlo perché già presentata dal proprietario dell’immobile in locazione danneggiato, potrai usufruire di questi contributi messi a disposizione dal Comune di Faenza, senza dichiarare di aver sostenuto spese superiori a 5.000 euro.
Erogazione del contributo in questa casistica: i cittadini dovranno presentare apposita domanda/dichiarazione (dal 1° ottobre al 15 novembre 2023), tramite un Google Form (on line) che verrà messo a disposizione prossimamente.
Commenta (0 Commenti)COMMENTI. È il concetto stesso di “si-nistra” che ha bisogno di una rigenerazione culturale, ricostruendo pensieri lunghi in grado di tenere insieme e di mettere in movimento una società inclusiva, aperta e solidale
Bisogna prendere sul serio l’appello dell’Alleanza Verdi Sinistra perché la situazione è veramente preoccupante e c’è necessità di un ulteriore tentativo, speriamo questa volta utile, di ricostruire un’alternativa politica che abbia l’ambizione di un processo di trasformazione radicale della nostra società. Diverse le ragioni che rendono condivisibile il percorso proposto.
«Camminiamo insieme», l’invito ai giovani movimenti di Alleanza Verdi Sinistra
In primo luogo è evidente la necessità impellente di contrastare le destre che vogliono smantellare qualsiasi parvenza di transizione ecologica continuando a far pagare la crisi economica e climatica ai settori sociali più deboli: la loro Europa delle nazioni è in realtà un Europa contro i popoli, che odia visceralmente i diritti, le speranze di emancipazione, la libertà. Dobbiamo fermarli.
D’altra parte è evidente che la possibilità di ribaltare un risultato, per molti già scritto, delle ele-zioni Europee prossime, non può essere rappresentato solo dalla paura delle destre, su cui negli ul-timi 20 anni abbiamo regolarmente accumulato fallimenti elettorali e politici. Il consenso elettorale di cui gode la destra in tutto il continente non è un accidente della storia ma il frutto dell’incapacità del campo progressista di dare risposte soddisfacenti ad una crisi di sistema lacerante che ha ali-mentato disuguaglianze e rancori.
In assenza di prospettive di miglioramento e di crescita le società involvono, si chiudono in se stesse, alimentando gli istinti peggiori. Abbiamo bisogno che un idea radicale di cambiamento irrompa nuovamente sulla scena politica, immaginando una transizione ecologica e sociale che non sia subalterna ai poteri forti ma affermi il diritto di tutti ed ognuno ad una vita degna di essere vissuta. Le politiche economiche neoliberiste hanno interrotto la redistribuzione di ricchezza e di reddito sociale che erano peculiarità dei paesi europei. Stretto tra disoccupazione e nuovo schiavismo anche il lavoro è precipitato in una povertà che il depauperamento del welfare non riesce a scalfire.
I Fridays for future rispondono all’appello dei rosso-verdi
L’idea che non esista una società e che ognuno debba pensare solo a se stesso, ha introdotto la legge della giungla in campo sociale ed economico abbandonando al proprio destino i poveri, i lavoratori, i set-tori popolari, le periferie delle città. Dobbiamo tornare ad ascoltare le istanze sociali e di libertà, imparando da chi sperimenta da anni nuove politiche, nuove coalizioni sociali, nuovi orizzonti di riferimento.
E’ il concetto stesso di “si-nistra” che ha bisogno di una rigenerazione culturale, ricostruendo pensieri lunghi in grado di tenere insieme e di mettere in movimento una società inclusiva, aperta e solidale. Per questo crediamo che il passo più importante dell’appello sia quello dove si afferma che “Dob-biamo saper costruire l’alternativa. Una delle più importanti novità degli ultimi anni è stata certa-mente l’irruzione sulla scena sociale e politica di movimenti animati dalle giovani generazioni, che hanno consentito al dibattito sul futuro dei nostri Paesi e del mondo di fare un passo in avanti. Questi movimenti da qualche anno mettono al centro l’inscindibilità di tre grandi questioni: l’am-biente, la democrazia e l’uguaglianza.”
È con questa predisposizione d’animo che guardiamo all’appuntamento di Ottobre per tentare nuo-vamente di saltare l’ostacolo, di riaffermare un protagonismo politico che metta al centro una mo-derna ecologia sociale, che faccia dell’asse giustizia ambientale, giustizia sociale e pace i pilastri di una nuova proposta politica unitaria di alternativa. Vogliamo credere che sia l’occasione giusta per una nuova opportunità di relazione tra diversi, che riesca ad andare oltre la scadenza elettorale, provando a sciogliere il groviglio che impedisce lo svi-luppo della potenzialità a sinistra, a partire dal superamento di una visione troppo spesso politicista e verticista, rimettendo al centro il lavoro collettivo, la costruzione di comunità e il riconoscimento reciproco.
Uscire dalla propria “confort zone” è necessario sia per le organizzazioni e i partiti della sinistra ma anche per i movimenti, organizzazioni e reti civiche che spesso vivono al riparo della propria bolla rassicurante. E’ arrivato il momento di uscire dal piccolo orizzonte in cui spesso ci siamo rifugiati per sopravvivere, sperimentare nuove visioni e coinvolgere generi e generazioni in una nuova sfida: guardare oltre, cimentarsi su questioni di carattere più generale e di lungo respiro. Dopo l’estesa solidarietà espressa durante il periodo della pandemia, le organizzazioni di base, gli stessi enti di terzo settore, dovrebbero partecipare attivamente a questo processo ripensando il pro-prio ruolo, riscoprendo le proprie nobili origini di organismi del mutualismo diffuso e della trasfor-mazione sociale, solidamente partigiani di un processo di emancipazione civile.
Sarebbe bello ritrovarsi intorno alla necessità della cura delle persone, della cura della comunità e dell’ambiente come paradigma della cura della terra, che è un percorso di pace. Forse questo po-trebbe riaprire una stagione appassionante, in grado di produrre anche conflitti significativi che rin-novino il tessuto democratico ma soprattutto rimettano al centro le passioni vive delle nuove gene-razioni contro quelle tristi e lugubri della modernità. È evidente che tutto ciò richiede uno sforzo da parte di tutti sulle forme dell’organizzazione e della partecipazione, richiamando la necessità di trovare i giusti nessi tra rappresentanza politica/istitu-zionale, movimenti sociali, sindacati, associazionismo e reti civiche.
Dobbiamo concepire questa alleanza politico-elettorale non come un evento mediatico ma come l’avvio di una battaglia frontale alla destra che mentre rilancia nel paese un grande processo di mobilitazione e confronto è in grado di costruire società attorno alle esperienze maggiormente significative. Se “l’ambientalismo senza lotta di classe è giardinaggio”, le buone pratiche senza la disobbedienza sociale e la solidarietà atti-va sono pura sociologia. Abbiamo bisogno d’altro.
Roma, 25 agosto ‘23
***
Andrea Alzetta di Spin Time Labs – Cantiere di rigenerazione Urbana
Beatrice Tabacco di Solid Roma
Carlo De Angelis di Solid Roma
Fabrizio Nizi di Action – diritti in movimento
Maltempo: sindaco RAVENNA, rinnovo richiesta incontro Meloni =
(AGI) - RAVENNA, 12 ago. - "Rinnovo la richiesta di incontrarla
direttamente nei prossimi giorni, a Roma o dove ritiene". Cosi'
il sindaco di RAVENNA Michele De Pascale rivolgendosi alla
premier Giorgia Meloni che ha risposto alle richieste del
presidente dell'Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e dei sindaci
dei comuni alluvionati sul tema dei fondi e dei ristori. "Forse
- aggiunge De Pascale -, sarebbe meglio che tornasse lei in
Romagna, nei luoghi piu' colpiti, e che, se non si fida dei
Sindaci (anche di quelli di centrodestra a quanto pare), dei
sindacati e di tutte le associazioni di impresa, ascoltasse
direttamente le persone colpite, visitasse le case distrutte
dall'alluvione e provasse a ripetere li' le 5 pagine sui 4,5
miliardi gia' spesi per l'alluvione".
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Per arrivare a 5mila come saldo successivo. Procedura semplificata. Bonaccini firma l'intesa all'ordinanza del Dipartimento nazionale di protezione civile
Dalla pulizia e rimozione di acqua, fango e detriti, agli interventi su elementi strutturali e impiantistici. Dall’arredamento agli elettrodomestici, ma anche – per la prima volta in una situazione di calamità – all’acquisto dell’abbigliamento, di stoviglie e utensili, ed eventuale materiale didattico per i figli.
Una procedura sperimentale, immediata, che consentirà di accelerare e alleggerire l’attività istruttoria per le misure di immediato sostegno ai nuclei familiari interessati dall’alluvione. Con un primo contributo, un acconto di 3.000 euro, per poi arrivare fino a 5.000 euro come saldo successivo. A questo, si aggiunge un ulteriore contributo forfetario di 750 euro a titolo di concorso alle spese connesse alla predisposizione della perizia asseverata, per definire nel dettaglio le entità dei danni: sono stati attivati già tutti gli ordini professionali per garantire le perizie nel più breve tempo possibile.
È la modalità innovativa scelta dal Dipartimento nazionale di Protezione civile, dettagliata con un’apposita ordinanza siglata dal capo Dipartimento, Fabrizio Curcio, e pubblicata oggi; l’intesa è stata firmata da Stefano Bonaccini, presidente della Regione e commissario per l’emergenza. I contenuti dell’ordinanza erano stati anticipati due giorni fa ai sindaci dei Comuni colpiti (oltre 100) da Irene Priolo, vicepresidente della Regione con delega alla Protezione civile, insieme a Roberto Giarola, dirigente del coordinamento giuridico del Dipartimento nazionale.
Si attivano dunque, per la prima volta insieme, e contemporaneamente, un primo contributo di immediato sostegno e la compilazione della perizia asseverata necessaria per impostare futuri provvedimenti che regolamentino i contributi per il ripristino complessivo dei danni. Ora i Comuni pubblicheranno online, sui propri siti, i moduli per le richieste.
Prima di tutto, i destinatari. La scelta è di concorrere alle prime spese necessarie al ripristino della funzionalità degli immobili ad uso abitativo. Pertanto, possono presentare domanda i nuclei familiari che avevano alla data dell’evento dimora principale, abituale e continuativa in un’unità abitativa risultata allagata, o direttamente interessata da movimenti franosi o smottamenti che l’hanno resa non utilizzabile.
Il contributo può essere riconosciuto per il ripristino dei danni anche alle parti comuni di un edificio residenziale in cui è presente, alla data dell’evento calamitoso, almeno un’abitazione principale, abituale e continuativa, qualora i danni non consentano la fruibilità dell’edificio.
I beneficiari del contributo presenteranno al Comune una domanda per ricevere l’acconto (3000 euro) e una successiva rendicontazione per attestare le spesa dell’acconto accreditato e ricevere l’eventuale saldo (2000 euro).
Il Comune, alla ricezione della domanda dei cittadini, verifica i dati dichiarati e trasmette al presidente della Regione, commissario per l’emergenza, e al Dipartimento nazionale della Protezione civile i dati minimi (nome, cognome, telefono, mail e codice IBAN) per procedere ai pagamenti, che non graveranno per gli aspetti amministrativo-contabili sugli enti locali.
Il commissario per l’emergenza acquisirà dai Comuni interessati l’esito delle istruttorie alle domande di acconto il 30 giugno 2023 e, in seguito, al quindicesimo e al trentesimo giorno di ciascun mese fino a 15 giorni dopo il termine ultimo per la presentazione della domanda di acconto, che è fissato al 30 agosto 2023.
Il commissario per l’emergenza acquisirà dai Comuni interessati l’esito delle istruttorie delle domande di saldo il 15 luglio 2023 e, in seguito, al quindicesimo e al trentesimo giorno di ciascun mese fino a 15 giorni dopo il termine ultimo per la presentazione delle domande di saldo, che è fissato al 31 ottobre 2023.
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