Torna lo sciopero. Generale nelle regioni del Centro, a Nord e Sud si fermano i lavoratori pubblici e per quattro ore quelli dei trasporti, frenati dai dispetti di Salvini. «Piazze ancora più piene» prevedono Cgil e Uil. Per i diritti e per i salari, è solo il primo giorno
SPIAZZIAMO. Prima delle cinque date: manifestazione a piazza del Popolo a Roma e in tutte le regioni del Centro. L’Usb a palazzo Vidoni. Otto ore per tutti, esclusi i trasporti «precettati». Landini: è solo l’inizio, non riusciranno a fermarci
Una manifestazione di Cgil e Uil a piazza del Popolo a Roma - Foto Getty Images
La prima delle cinque giornate di mobilitazione di Cgil e Uil di oggi è anche la più importante. Nelle regioni del Centro – Toscana, Lazio, Marche, Umbria, Abruzzo e Molise – è previsto un vero sciopero generale che coinvolge tutte le categorie. Nel resto d’Italia scioperano tutti i dipendenti pubblici, della scuola e della conoscenza, di Poste Italiane e dei trasporti, sebbene questi ultimi siano stati precettati dal ministro Salvini e potranno astenersi dal lavoro solo dalle 9 alle 13 e non per le intere otto ore di turno di lavoro come gli altri lavoratori.
ASSIEME A LORO a Roma ci saranno anche studenti medi e universitari che con la Rete degli studenti e l’Udu terrano un corteo da piazza Barberini verso piazza del Popolo dove è prevista dalle 9 e 30 la manifestazione di Cgil e Uil che sarà chiusa dai comizi di Pierpaolo Bombardieri e Maurizio Landini.
Manifestazioni in programma a Firenze dove in piazza Santissima Annunziata terrà il comizio Francesca Re David, a Campobasso in piazza della Prefettura Giuseppe Gesmundo; a Macerata in piazza Cesare Battisti Lara Ghiglione; a Fermo in piazzale Azzolino Maria Grazia Gabrielli; ad Ascoli Piceno in piazza Ventidio Basso Daniela Barbaresi; e poi a Perugia a piazza IV Novembre, a Jesi a piazza Colocci con comizio di Domenico Proietti (Uil); e infine a Lanciano.
La mobilitazione è stata promossa «per alzare i salari, per estendere i diritti e per contrastare una legge di bilancio che non ferma il drammatico impoverimento di lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati e non offre futuro ai giovani. A sostegno di un’altra politica economica, sociale e contrattuale, che non solo è possibile ma necessaria e urgente. Adesso basta!», conclude il
Commenta (0 Commenti)GAZA. Gli uomini tra i 16 e i 40 anni radunati e schedati. I soldati cercano anche tra i cadaveri. Arrestati due tecnici dell'ospedale
Truppe israeliane entrano all’interno dell’ospedale Al Shifa - foto Ap
Di Elham Farah, insegnante di musica in pensione, ferita da una fucilata e morta domenica dissanguata in strada non ha parlato o scritto quasi nessuno. Davanti a migliaia di uccisi e feriti, ai carri armati nel centro di Gaza city e alle truppe israeliane che hanno fatto irruzione nell’ospedale Shifa, anche lo sguardo più attento non riesce a dare visibilità alla sorte toccata a questa anziana palestinese. La nipote Carole sui social ha raccontato che domenica la zia è stata ferita a una gamba mentre dalla chiesa cattolica di Gaza city andava a casa a prendere qualche effetto personale. È bastato un colpo alla gamba per ucciderla. Nessuno ha potuto raggiungerla. Elham Farah sanguinante è morta in strada a poca distanza dall’ospedale Shifa. Alcuni dei suoi allievi l’hanno ricordata sui social con affetto, per la sua dedizione all’insegnamento e l’amore per la musica. Il suo nome si è aggiunto a quello di altre migliaia di civili palestinesi rimasti feriti e che nessuno ha potuto salvare, specie quelli bloccati sotto le macerie. Chi ha sparato? I palestinesi non hanno dubbi: un cecchino israeliano. Alla Chiesa cattolica, dove la donna era molto conosciuta, invece non si sbilanciano.
Martedì notte mentre i parenti piangevano Elham Farah, le truppe israeliane sono penetrate nello Shifa e ne hanno perquisito stanze, dipartimenti e il seminterrato in un’incursione che ha messo in forte allarme l’Oms e l’Onu per la sorte di migliaia di civili intrappolati all’interno: pazienti, staff e sfollati giunti dal nord. Centinaia, forse migliaia di persone. Ieri per tutto il giorno i soldati israeliani hanno cercato sotto e intorno all’ospedale il cosiddetto «cuore pulsante» di Hamas, il quartier generale del movimento islamico a Gaza city. Per settimane i comandi militari israeliani, il premier Netanyahu e il ministro della Difesa Yoav Gallant hanno ripetuto al mondo, con l’appoggio anche dell’intelligence Usa, che lo Shifa nasconde
Commenta (0 Commenti)L'ORA PIÙ BUIA. Oltre cento corpi in decomposizione seppelliti senza protezione. Human Rights Watch: «L’Aia indaghi Tel Aviv per crimini di guerra». Il ministro Smotrich: «L’unica soluzione è svuotare Gaza». Il collega Dichter: «Questa è la Nakba 2023»
Khan Yunis, donne palestinesi fuori dall’obitorio dell’ospedale Nasser - Ap/Mohammed Talatene
Prima un caldo torrido, fuori stagione, ora le piogge. Gaza è passata in poche ore da un’estate prolungata, che ha inasprito le condizioni di vita di una popolazione senza elettricità e con scarsissima acqua, a un autunno violento che da ieri si è abbattuto con i temporali sui rifugi fatti di tende e tra le macerie e nei centri e le scuole delle Nazioni unite.
«L’INVERNO è un incubo – ha raccontato ad al Jazeera Fayeza Srour, sfollata a Khan Yunis – Prima pregavo perché arrivasse la pioggia. Oggi prego perché smetta. Quando la pioggia cade, noi affondiamo». Le strade in alcune zone si sono allagate rovinando tende, coperte e materassi poggiati a terra. Il sistema fognario di drenaggio non funziona più per la mancanza di carburante e ogni giorno si accumulano 400 tonnellate di rifiuti, «un rischio serio alla salute pubblica, per l’aumento di acqua contaminata e l’esplosione di malattie», ha detto ieri l’Onu.
Un esempio lo fa l’Organizzazione mondiale della sanità: 30mila casi di diarrea contro i 2mila che in media si registravano a Gaza nello stesso periodo. E poi varicella, scabbia, infezioni polmonari.
Ma la situazione peggiore rimane quella degli ospedali, da settimane campo di battaglia militare e politica. Sui propri account social l’esercito israeliano pubblica video di presunti tunnel di Hamas sotto l’ospedale Rantisi, accusando indirettamente l’Oms di sapere e tacere. I video sono stati oggetto di un’operazione di debunking da parte anche di giornalisti israeliani, che accusano la Difesa di una montatura per giustificare il fuoco aperto sugli ospedali.
In ogni caso, tunnel o meno, la presenza di civili, medici e pazienti impedirebbe comunque di prendere di mira un ospedale, secondo quanto dettato dal diritto internazionale. È su questa base – la mole sempre più impressionante di violazioni – che stanno avanzando le iniziative di diversi attori internazionali.
A PARTIRE dal rifiuto dell’assunto israeliano per cui gli ospedali possano essere considerati target legittimi nel caso di presenza di miliziani. Ieri Human Rights Watch ha chiesto
Leggi tutto: Inferno negli ospedali di Gaza, fosse comuni allo Shifa - di Chiara Cruciati
Commenta (0 Commenti)L'articolo 40 della nostra Costituzione è particolarmente breve perché formato da un unico comma che recita: “Il diritto di sciopero si esercita nell'ambito delle leggi che lo regolano”. Semplice, diretto, comprensibile a tutti. Perfino ad un ministro della Repubblica che ha il senso dello Stato pari ad un leghista in riva al Po.
Ma non si abbatte, mostra il tipico atteggiamento guascon-dittatoriale di chi detiene il potere e lo esercita calpestando le libertà individuali e collettive. Si muove tra i cavilli di garanti compiacenti e gli anfratti di una giurisprudenza fai da te negando l’esercizio che è alla base di ogni democrazia: manifestare un disagio.
EGREGIA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI ,ONOREVOLE GIORGIA MELONI ,
sono una BISNONNA di 77 anni ,già docente di ruolo presso l'Istituto Statale d'arte per la Ceramica di Faenza ,in Emilia Romagna e scrivo per RIVOLGERE un ACCORATO APPELLO A LEI , madre di una bambina e che ha avuto la SENSIBILITÀ di sostenere la possibilità di ospitare in Italia la piccola INDI GREGORY, inglese ,per poterla assistere nel migliore dei modi nel proseguimento della sua GRAVISSIMA MALATTIA, purtroppo INCURABILE: a GAZA ,la "striscia di terra " ,sotto controllo del Governo Israeliano,dove ,attualmenteè in corso una guerra feroce,dove ,dal 7 ottobre 2023 ,si è raggiunto il numero TERRIBILE di circa 11.000 MORTI CIVILI ,di cui circa 5.000 BAMBINI , quasi il doppio di questi FERITI ,molti MUTILATI ,mentre i feriti complessivi sono circa 28.000, il 50% delle case DISTRUTTE DALLE BOMBE ( si parla di 32. 000 tonnellate sganciate su uno dei territori più densamente popolato al MONDO ), L'ESODO FORZATO DI 1.500.000 PERSONE ,dal nord al sud ,a piedi ,o con carretti trascinati da asini, sotto il pericolo di bombardamenti ed attacchi dei cecchini ,
ebbene ,a GAZA ,ci sono OSPEDALI SOTTO ASSEDIO ,con migliaia di malati in PERICOLO ,per I bombardamenti nelle strette vicinanze ,oramai MANCANZA pressoché TOTALE di MEDICINE ,ESTREMA SCARSITÀ DI CIBO ,ACQUA ,CORRENTE ELETTRICA ...
All'ospedale di Al SHIFA potrebbero essere curati 700 malati, ma ce sono molti di più e 1500 persone ,donne ,bambini , sfollati ,che si rifugiano per non essere colpiti dalle BOMBE e che sono stati invece anche feriti da cecchini ,dentro e fuori dell'edificio,dove è stato addirittura DISTRUTTO il reparto di CHIRURGIA ,uno dei più importanti per curare i FERITI : il DIVIETO del governo israeliano di fornire il CARBURANTE da utilizzare per far funzionare i GENERATORI IN MANIERA DURATURA ,necessari all'utilizzo delle macchine ed attrezzature per le OPERAZIONI CHIRURGICHE, per i malati in TERAPIA INTENSIVA ,per la ventilazione delle INCUBATRICI in cui vengono tenuti i NEONATI PREMATURI , che hanno ESTREMA NECESSITÀ DI REDPIRATORI E DEL CALORE ADEGUATO PER FARLI CRESCERE ,
ebbene, in questa CSTASTROFICA situazione,di questi bambini, così FRAGILI E PICCOLI, gia` ne sono MORTI 3 e molti altri RISCHIANO DI MORIRE ,di NON POTER NATURALMENTE CRESCERE ,NON PER MALATTIE INCURABILI , ma SOLO ,ESCLUSIVAMENTE ,
per MANCANZA DI CORRENTE ELETTRICA ,dovuta al DIVIETO di fornire il CARBURANTE,ASSOLUTAMENTE NECESSARIO per continuare a CURARE I MALATI ,CURE che DEVONO ESSERE ASSICURATE ANCHE IN TEMPO DI GUERRA ,come contemplate dalle CONVENZIONI INTERNAZIONALI (art.18 delle Convenzioni di Ginevra) .
Onorevole Signora GIORGIA MELONI ,il mio ACCORATO APPELLO - che credo possa essere condiviso dalla maggioranza del Popolo Italiano -, è quello che ,nella SUA QUALITÀ DI ALTO DIRIGENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA,
INTERVENGA PRESSO IL GOVERNO ISRAELIANO ,affinché permetta di far ARRIVARE LA CORRENTE ELETTRICA CONTINUATIVA (non solo per circa 30 minuti ,come poteva essere quella derivata dai SOLI 300 litri di carburante offerti), NECESSARIA ALLA VITA DI QUESTI BAMBINI E DEGLI ALTRI MALATI ,o,in caso contrario ,CHIEDERE DI FAR TRASFERIRE IN ITALIA ,nei nostri OTTIMI E SICURI OSPEDALI ,TUTTI QUESTI BAMBINI ricoverati nelle INCUBATRICI : all'Ospedale di Al SHIFA ,i medici ne indicano la presenza di altri 36 ,ma ,complessivamente ,nei vari ospedali ,oramai non più in grado di curare loro e gli altri malati ,di questi NEONATI PREMATURI ce ne sono 140 ...Poi,però, di bambini ,solo poco più grandi ,ma feriti gravemente , anche con MUTILAZIONI , ce ne sono MOLTI ALTRI .
Questo il MIO APPELLO ,questa la MIA RICHIESTA PER SALVARE questi PICCOLISSIMI ESSERI UMANI, ASSOLUTAMENTE INNOCENTI ,che NON DEVONO PAGARE PER GLI ERRORI E LA CRUDELTÀ DEGLI ADULTI ,per cui ,con i TERRIBILI ATTACCHI del 7 ottobre in territorio israeliano ,ne sono stati UCCISI tanti e con questi ATROCI e CONTINUI BOMBARDAMENTI su uno dei territori PIÙ DENSAMENTE POPOLATI AL MONDO , la zona Palestinese di GAZA , si sapeva BENISSIMO che ne SAREBBERO MORTI TANTI ,TANTISSIMI ,come NON MAI IN ALTRE GUERRE, quindi NON UCCISI CASUALMENTE,ma in maniera DELIBERATA ,INTENZIONALMENTE,in un luogo dove il 40% dei 2.300.000 abitanti di GAZA è composto da BAMBINI !
Faccio questo APPELLO con il CUORE STRAZIATO, pensando a TUTTO L'AMORE che deve,invece , essere TRASMESSO ai BAMBINI, ai GIOVANI: quello che IO ho dato ,oltre ai miei familiari,a circa 2000 nel corso dei miei 30 anni di insegnamento e ad altre centinaia nelle mie attività sociali e di impegno civico .
La ringrazio per l'attenzione, essendo SICURA che,anche il suo CUORE sia così SENSIBILE al BENE DEI BAMBINI e le invio quei miei saluti migliori che posso esprimere, augurandole di poter LAVORARE NEL MASSIMO DELLE SUE POSSIBILITÀ allo SCOPO SPECIFICO DEL MIO APPELLO.
Maria Rossini
Domenica 12 novembre 2023 .
Commenta (0 Commenti)Intanto a Londra: Un corteo così grande non si vedeva dal 2003. Smentito il governo Tory che preannunciava violenze, 800mila persone manifestano pacificamente per il cessate il fuoco a Gaza con le insegne palestinesi. Che a Roma, alla manifestazione del Pd, vengono sequestrate
PAROLE E DIVIETI. A Londra sono scese in strada quasi un milione di persone e le bandiere della Palestina erano ovunque. Niente di lontanamente paragonabile è accaduto a Roma dove però il Pd da solo ha comunque riempito una piazza ed Elly Schlein ha trovato le parole giuste quasi su ogni argomento, persino sulla guerra di Israele a Gaza
La manifestazione pro-Palestina a Londra - Ansa/Andy Rain
«Non ci lasciamo qui», la promessa di Elly Schlein alla piazza del Pd è innanzitutto un augurio a se stessa. Davanti ai militanti del suo partito, la segretaria trova quel coraggio che troppo frequentemente dimentica quando torna tra i «capibastone» – definizione sua – del Pd. Ha fatto un buon discorso ieri in piazza del Popolo a Roma. Ha trovato le parole giuste quasi su ogni argomento, persino quello più urgente e che più lasciava presagire male, viste le prudenze e i divieti dei giorni scorsi: la guerra di Israele a Gaza. «La brutalità di Hamas», ha detto, «non giustifica le brutalità sui palestinesi, il massacro dei civili, le bombe che cadono sulle scuole, sugli ospedali e sui campi profughi». «La popolazione di Gaza», ha aggiunto, «già prima viveva in una condizione insostenibile, le loro sofferenze non valgono di meno. Hamas non rappresenta il popolo palestinese». Schlein ha anche ricordato come «la legittima aspirazione a uno stato palestinese» sia diventata «un miraggio a causa degli insediamenti dei coloni in Cisgiordania, persistente violazione del diritto internazionale».
Sono cose che da tempo dice l’Onu, a costo di prendersi l’accusa di antisemitismo. E che, andando avanti sempre più pesantemente la punizione collettiva di Netanyahu, cominciano a dire anche i più prudenti tra i capi di stato. Ma restano ancora parole difficili e rare nel partito di cui Schlein è segretaria. Non a caso nessuno dei tanti oratori che l’hanno preceduta ieri sul palco (con l’eccezione del presidente dell’Arci) ha chiesto a gran voce il cessate il fuoco come ha fatto lei. Nel frattempo però, mentre Schlein diceva quelle cose, nella piazza le bandiere della Palestina, quelle che esprimono «la legittima aspettativa» del suo popolo, non c’erano. Se sono apparse, appena tre o quattro, è stato solo per qualche minuto. Tirate immediatamente via dalle forze dell’ordine che hanno anche ammonito chi ci ha tentato non si sa in nome di quale legge. Bandiere considerate una minaccia all’ordine pubblico, perché il Pd, in quella piazza, non le voleva.
Schlein vince la prova di piazza: «Basta col governo Meloni»
Non fosse stato così, magari qualche militante del partito democratico l’avrebbe portato volentieri con sé quel vessillo che rappresenta i civili «le cui sofferenze non valgono meno». Magari l’avrebbe sventolato in alto, sentendo la segretaria dire che «niente può giustificare le brutalità che la Palestina sta subendo». Invece no e a noi resta così un’altra prova delle ambiguità del Pd. Che si incaglia in
Leggi tutto: La bandiera della Palestina - di Andrea Fabozzi
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