IL CASO. Allarme della Fondazione Di Vittorio: ci sono 9,1 milioni tra disoccupati, poveri e precari. I più colpiti giovani e donne. Ocse: entro la fine dell’anno i salari reali caleranno del 3%. E mentre l’inflazione morde, la campagna elettorale ha rimosso il lavoro e i diritti sociali. Landini (Cgil): "Il male assoluto di questi anni è aver creato una precarietà che non ha paragoni in Europa"
La recessione in arrivo peggiorerà la vita di 9,1 milioni di lavoratori poveri e precari, giovani under 24 e donne, inattivivi o occupati parzialmente e in maniera intermittente, poveri relativi o assoluti. Lo sostiene la Fondazione Giuseppe Di Vittorio della Cgil secondo la quale a fronte di 23 milioni di occupati, circa 2,4 milioni avevano un contratto a tempo determinato. Oggi, con un numero simile di occupati, i precari sono 3,2 milioni: 800 mila in più. Un picco già registrato a luglio dall’ Istat. L’occupazione a termine è di solito usata «come locomotiva» nelle fasi di crescita economica e «come ultima carrozza della quale liberarsi» nelle crisi. Con ogni probabilità è quello che avverrà anche nel corso del prossimo anno.
NON VA DIMENTICATO il fatto che il modello economico dominante è stato concepito per occultare il livello di disoccupazione «reale». Per la Fondazione Di Vittorio quello ufficiale stabilito al 9,5% nel 2021 non coglie la costituzione materiale del lavoro intermittente che
C’è un tornado sulla copertina dell’annuale rapporto Coop sui consumi e gli stili di vita degli italiani. Lascia prefigurare un futuro imminente tempestoso, a dispetto dei dati sul Prodotto interno […]
C’è un tornado sulla copertina dell’annuale rapporto Coop sui consumi e gli stili di vita degli italiani. Lascia prefigurare un futuro imminente tempestoso, a dispetto dei dati sul Prodotto interno lordo che fanno registrare un aumento della ricchezza prodotta nel nostro paese. E allo stesso tempo lascia intendere che i cambiamenti climatici sono la maggiore preoccupazione a lungo termine, nonostante i venti di guerra e l’inflazione che non smette di crescere. «Dopo trent’anni è tornato il carovita, con un’inflazione che non si vedeva dagli anni ’80, e per molti è una situazione del tutto sconosciuta», dice il presidente di Coop Italia Marco Pedroni.
Secondo il dossier, quasi un terzo degli italiani si troverà in difficoltà a pagare le bollette di luce e gas da qui alla fine dell’anno. Le spese per la casa incidono per il 38 per cento sul totale di quelle delle famiglie (nel 2020 erano il 32 per cento). La spesa media delle famiglie per le bollette è passata da 560 a 1100 euro per le utenze elettriche e da 990 a 1700 per quelle del gas.
Come si comporteranno gli italiani di fronte alla scelta su cosa pagare?
Leggi tutto: Due italiani su tre a rischio bollette. E temono il clima - di Angelo Mastrandrea
Commenta (0 Commenti)SINDACATO E POLITICA. Congresso sospeso fino alle elezioni. L’8 ottobre si torna a piazza San Giovanni nell’anniversario dell’assalto fascista. Landini il 14 parlerà ai delegati. Mentre tra gli operai dilaga l’ignoranza sul tema delle pensioni
Una manifestazione della Cgil - Foto LaPresse
«Troppo timidamente a favore della sinistra», «Così gli operai votano Meloni». Tirata per la giacca da commentatori e politici, la Cgil ha in realtà deciso scientemente e per tempo di rimanere fuori dalla contesa elettorale.
IL 21 LUGLIO IL DIRETTIVO della Cgil ha scelto di sospendere il lungo processo congressuale e di farlo ripartire proprio all’indomani del risultato elettorale: il 30 settembre partiranno le «assemblee di base» in tutti i luoghi di lavoro.
La quasi unanimità della Cgil ha dunque convenuto che il documento congressuale scritto con l’orizzonte di avere un governo Draghi fino al congresso – ora spostato a marzo (15-18 marzo a Rimini) – doveva essere ricalibrato nella più che probabile prospettiva di doversi confrontare con un governo di destra guidato da Giorgia Meloni.
Una decisione non facile passata sotto completo silenzio mediatico.
In questi giorni invece tornano a fare capolino gli ormai triti e ritriti articoli dalle fabbriche che raccontano di operai che esplicitamente dichiarano il loro voto per la destra. Sono gli stessi oramai da vent’anni, da quando qualcuno improvvisamente scoprì che nelle fabbriche del Nord si votata Lega anche con la tessera della Fiom in tasca, semplicemente perché fuori dalla fabbrica la sinistra non faceva più gli interessi dei lavoratori.
LO SFILACCIAMENTO dell’identità di classe di operai e lavoratori è
Leggi tutto: La Cgil ha scelto: fuori dalla campagna elettorale - di Massimo Franchi
Commenta (0 Commenti)CRISI UCRAÌNA . Finora ci avevano detto e ripetuto che soltanto i mercati potevano decidere i prezzi, con il dogma inviolabile della domanda e dell’offerta. Vuoi vedere che si erano sbagliati?
Il Nordstream1 su un cartellone a Lubmin, Germania - Ap
Con la guerra in Ucraina scatenata da Putin scopriamo che gas e petrolio russi possono avere un prezzo «politico», così almeno sembra da quanto deciso al G-7 e dal dibattito in corso a Bruxelles. E perché soltanto calmierare le materie prime energetiche russe? Perché non estenderlo ad altri beni primari, visto che nel mondo si muore ancora di fame? Finora ci avevano detto e ripetuto che soltanto i mercati potevano decidere i prezzi, con il dogma inviolabile della domanda e dell’offerta.
Vuoi vedere che si erano sbagliati?
In realtà non è così. Non ci siamo sbagliati. Si possono toccare soltanto
Leggi tutto: Gas e petrolio, il «prezzo politico» della guerra - di Alberto Negri
Commenta (0 Commenti)A una settimana dal vertice Ue sull’energia von der Leyen parla di price cap anche sul gas. E la pipeline russa ha un nuovo «guasto»
Ore di fuoco e di confusione nella Ue, a una settimana dal vertice straordinario sull’energia del 9 settembre, dove dovranno essere gettate le basi per delle decisioni concrete che presumibilmente verranno prese a ottobre dai capi di stato e di governo. Le opinioni pubbliche sono sempre più inquiete, come rivela un sondaggio Yougov fatto in tre paesi Ue (Francia, Germania, Polonia) e in Gran Bretagna: una forte maggioranza prevede rivolte (addirittura 75% in Polonia, 4 su 10 in Francia auspicano il ritorno dei gilet gialli).
IERI IL G7 FINANZA ha spinto per una «ampia coalizione» internazionale per imporre un tetto al prezzo del petrolio russo, un prezzo basato «su dati tecnici», che sia inferiore a quello attuale ma superiore ai costi, per spingere Mosca a non rinunciare a vendere. Reazione immediata dalla Russia: il portavoce del Cremlino Peskov parla di proposta «completamente assurda» che porterebbe a
Leggi tutto: Il G7: tetto al petrolio russo. Mosca ferma Nord Stream 1 - di Anna Maria Merlo
Commenta (0 Commenti)IL RICORDO. La guerra in corso è colpa di Putin, su questo non ci sono dubbi, ma le sue radici stanno nell’imbroglio che l’Occidente ha perpetrato ai danni di Gorby che aveva sperato nella possibilità, abbattuto il Muro, di costruire un’Europa autonoma dai blocchi, una rete che via via avrebbe dovuto reinserire la grande Russia nel contesto storico di cui, nel bene e nel male, è stata sempre parte
L’ho conosciuto «Gorby», così lo chiamavamo. L’ho anche incontrato parecchie volte, naturalmente quando non era più presidente dell’Urss che del resto nemmeno esisteva più. Aveva comunque tante cose da raccontare su cui era facile discutere, perché sebbene sia stato una figura così importante gli piaceva lo scambio e mi chiamava persino Luciana. Merito di questi incontri, Giulietto Chiesa che era stato a lungo corrispondente a Mosca, prima dell’Unità poi della Stampa, che gli era amico e che ha avuto il merito, abbastanza raro, di farcelo conoscere bene, prima e dopo. E che così, nel 1993. divenne il rappresentante della Fondazione Gorbachov in Italia, con sede a Bosco Marengo, provincia di Alessandria, luogo un po’ decentrato come è evidente, visto il disinteresse della nostra capitale.
LA FONDAZIONE, che operò in tutta Europa e tuttora esiste in Russia, non
Leggi tutto: Gorbaciov: Dobbiamo chiedergli scusa - di Luciana Castellina
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