Passeggeri inferociti contro Salvini per un guasto al Frecciarossa nella stazione di Milano che blocca mezza Italia. L’opposizione attacca il ministro dei trasporti per l’ennesimo caos alla circolazione dei treni. Lui si fa difendere da una nota del Mit: tutta colpa dei governi precedenti
Quando c'è lui Ore di attesa, corse sparite, passeggeri inferociti contro il ministro dei Trasporti. Ma il Mit lo difende: colpa dei governi precedenti
La giornata di passione alla stazione di Milano – foto LaPresse
Dalla stazione di Milano centrale è partito l’ennesimo guasto alla linea ferroviaria che ha bloccato la circolazione dei treni in mezza penisola. Il problema tecnico è avvenuto alle 7 del mattino di ieri e la situazione è tornata alla normalità solo dopo le 15. A generare il guasto, ha detto la polizia, è stato un treno dell’alta Velocità che col suo pantografo ha danneggiato la linea aerea, provocando l’interruzione della linea elettrica. Poco dopo sarebbe passato un altro convoglio, amplificando il guaio.
L’incidente ha causato ingenti ritardi e cancellazioni sulle linee Milano-Genova e Milano-Venezia. Colpita anche la linea verso Bologna, che è stata gestita su percorsi alternativi più lenti, per attenuare in parte i disagi. Sono stati più di cento i treni soppressi o partiti diverse ore dopo, e migliaia i viaggiatori che hanno dovuto rinunciare al viaggio. In mattinata Trenitalia ha addirittura suggerito di «evitare o limitare gli spostamenti in treno a quelli strettamente necessari e di riprogrammare i viaggi rinviabili», assicurando comunque i rimborsi integrali.
TRA I PASSEGGERI vittime del problema, che hanno atteso per ore invano nelle stazioni di mezzo nord, gli improperi contro Matteo Salvini fioccavano. Da quando il leader leghista è ministro delle infrastrutture e trasporti, è avvenuta una lunga serie di guasti e problemi che hanno dimostrato l’inadeguatezza della linea ferroviaria italiana. Quello di ieri è l’ultimo di una lista che ha visto l’apice il 2 ottobre scorso, quando un operaio ha piantato per errore un chiodo in una canalina elettrica alla stazione di Roma Termini, provocando il blocco della circolazione su quasi tutte le linee dell’alta velocità.
IL MINISTRO «precetto-la-qualunque» Salvini ha spesso puntato il dito contro i frequenti scioperi degli ultimi mesi, accusando il personale ferroviario dei disagi subìti dai pendolari; ma i guasti come quello di ieri dimostrano che la vera criticità riguarda le infrastrutture. Ogni volta che c’è un
Leggi tutto: Ennesimo caos treni Guasto a Milano, ritardi in mezza Italia - di Alex Giuzio
Commenta (0 Commenti)Il rapporto Dopo mesi di lavoro, la rivista scientifica rivede i numeri. Il 60% sono donne e bambini
Il numero di oltre 45mila vittime riportato dal ministero della sanità di Gaza è una notevole sottostima delle perdite palestinesi causate della guerra di Israele. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista scientifica The Lancet, a causa delle difficili condizioni in cui versano le strutture di soccorso della Striscia il 40% dei morti potrebbe mancare dai registri.
L’analisi, coordinata dalla ricercatrice Zeina Jamaluddine della prestigiosa London School of Hygiene & Tropical Medicine, calcola che già a giugno del 2024 una ragionevole stima dei morti causati da bombardamenti e raid israeliani è di 64mila vittime, e con buona certezza compresa tra le 55 mila e le 78 mila vittime. Alla data del 30 giugno, il ministero di Hamas parlava di 38mila vittime, compresi anche diecimila non identificate. Cioè, poco più della metà della cifra reale. Oggi, trascorsi altri sei mesi, i ricercatori ritengono che siano morti sotto le bombe già più di settantamila palestinesi.
I MESI PEGGIORI sono stati i primi: circa la metà delle vittime sono state registrate tra ottobre e dicembre 2023, facendo aumentare di ben quattordici volte il tasso di mortalità nella Striscia rispetto al 2022. «I dati – spiegano gli autori dello studio – evidenziano la necessità urgente di allargare l’accesso umanitario a tutta la Striscia di Gaza e di proteggere il personale, le ambulanze e le strutture sanitarie in modo che le persone colpite possano ricevere cure tempestive e adeguate, riducendo così la mortalità». E «sottolineano la necessità di iniziative diplomatiche immediate per raggiungere una tregua rapida e duratura e un accordo a lungo termine che comprenda il rilascio degli ostaggi e delle migliaia di civili palestinesi imprigionate da Israele».
PER ARRIVARE alla loro stima, Jamaluddine e i suoi colleghi hanno utilizzato tre fonti diverse. La prima è la lista delle vittime identificate con nome e cognome dagli ospedali di Gaza, che ormai funzionano a singhiozzo. La seconda contiene i dati raccolti dal ministero della sanità attraverso un questionario online a cui le autorità di Gaza hanno invitato tutta la popolazione a partecipare. La terza è rappresentata dai necrologi e da altri messaggi relativi alle vittime diffusi su social media e siti specializzati. Si tratta evidentemente di liste parziali e che contengono moltissime sovrapposizioni. Rimuovere i doppioni ha richiesto mesi di lavoro e ha condotto a un elenco di circa 30mila vittime identificate.
MA OGNUNA delle tre fonti è incompleta e una vittima può rimanere fuori
Leggi tutto: Lancet: 70mila, le vittime a Gaza sono il 40% in più - di Andrea Capocci
Commenta (0 Commenti)Conferenza di inizio anno La premier: «Il contratto tra governo e Starlink? Solo interlocuzioni, non faccio favori ma non accetto lettere scarlatte su qualcuno che ha buoni rapporti con me». «Da lui nessuna intromissione nei paesi Ue, Soros molto peggio». «Salvini non andrà al Viminale, contro Arianna strategia del fango. Ruffini? Da lui parole ingenerose sull' evasione». Stilettata ai cronisti: «Rispettate il mio lavoro, basta attribuirmi frasi false. Non so se mi ricandiderò, è una fatica..»
Il ciclone Musk si abbatte sulla conferenza stampa di fine anno (dal 2023 in realtà viene rinviata a gennaio) di Giorgia Meloni. A partire dalla possibilità che l’Italia firmi contratti da oltre 1 miliardo con la sua società di satelliti Starlink, che è molto più di un’ipotesi. «Non c’è nessun contratto firmato, non utilizzo i soldi pubblici per favori agli amici, con lui non ho mai parlato di questo, ci sono normali interlocuzioni con Starlink e altre aziende, siamo solo nelle fase istruttoria».
SULLO SFONDO, MA NEANCHE troppo, il rischio che l’amicizia con il multimiliardario prossimo ad entrare nell’amministrazione Trump possa condizionare le scelte del governo. «Non ci sono alternative pubbliche a società come Starlink, io sono molto laica, l’obiettivo è avere reti di comunicazioni protette con le nostre ambasciate e i nostri contingenti militari all’estero», spiega la premier, sempre più innervosita dal numero delle domande su Musk. «Non accetto che sulle persone che hanno buoni rapporti con me sia messa una lettera scarlatta».
E le ingerenze del patron di Tesla sui governi di mezza Europa, gli attacchi sguaiati al governo del Regno Unito, il sostegno ai fasciopopulisti di Afd? «Non è il primo dei ricchi e famosi che esprime opinioni in pubblico, lui ha finanziato Trump ma non partiti di altri paesi, a differenza di Soros che dà soldi a partiti e leader europei. Ma quello lo chiamano filantropo, con Musk ci si scandalizza perchè non è di sinistra». Immediati arrivano i complimenti di Musk alla premier su X. «Io non prendo soldi da lui, le sue non sono ingerenze, non c’è alcun pericolo per le democrazie. Semmai era il cancelliere Scholz che nel 2022 diceva di votare contro di me, o la ministra francese che dopo la nostra vittoria disse di voler vigilare sulla democrazia in Italia».
Neppure il controllo del social X, con tutte le sue implicazioni politiche, preoccupa Meloni: «Con lui tutti possono esprimere le proprie opinioni, prima di lui Trump fu censurato e anche io sono stata bannata molte volte». Quando il giornalista del Times le legge le parole di Musk sulla ministra britannica Phillips («Una strega malvagia» e una «apologeta dello stupro genocida») Meloni è all’angolo: «Non condivido queste parole, ma devo ricordare gli insulti che ho ricevuto io sui social senza che nessuno si scandalizzasse? Io questa questione la pongo da anni, ora è tardi, con Musk si usano due pesi e due misure».
NELLE OLTRE DUE ORE di conferenza stampa, Meloni difende anche Trump dopo le parole aggressive
Leggi tutto: Meloni fa scudo a Mr. X: «Con lui mai parlato di affari» - di Andrea Carugati
Commenta (0 Commenti)Anche cose buone Il rientro in Italia della giornalista, accolta a Ciampino dalla premier e dall’emozione dei suo cari. Poi il podcast: «Ciao, sono tornata». Finalmente a casa, dopo venti giorni di prigionia a Evin. Una psicologa sul volo. E tre ore dai Ros all’arrivo
L’incontro di Cecilia Sala con il suo compagno sulla pista dell’aeroporto di Ciampino – LaPresse
C’è un gesto che racconta l’esplosione di emozioni dopo venti giorni di apprensione e paura. Mentre Cecilia Sala si affretta ad abbracciare il padre dopo aver salutato il compagno, la madre della giornalista resta un passo indietro, sembra che trattenga il fiato fino al momento in cui la ragazza l’attira a sé. A quel punto la donna chiude gli occhi e respira forte, a bocca aperta, come se quell’aria fosse la tonnellata di brutti pensieri maturati in brevi telefonate che i giornali traducevano in «fate presto», nelle notti insonni a cui seguivano le richieste di intervista e l’invito al silenzio del governo. Per un istante sembra davvero che in quel sospiro Elisabetta Vernoni sia «nata di nuovo», come aveva dichiarato non appena aveva appreso che la figlia stava viaggiando verso l’Italia.
DAL PRIMO POMERIGGIO al terminal dei voli privati dell’aeroporto romano di Ciampino si riempie di giornalisti. I cameramen si litigano le postazioni giudicate migliori per
Leggi tutto: Cecilia Sala, l’abbraccio - di Sabato Angieri
Commenta (0 Commenti)Follower «Non vedo l’ora» di lavorare con il presidente. E gli regala tre miliardi di utenti Facebook
Mark Zuckerberg durante una conferenza per gli sviluppatori di Facebook a San Francisco – Eric Risberg/Ap
Anche Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook e amministratore delegato di Meta, sale sul carro di Donald Trump e Elon Musk. Lo ha spiegato con un video di cinque minuti in cui ha annunciato una svolta editoriale e politica per Facebook, Instagram e Threads, i social network controllati dal gruppo. Meta smantellerà il reparto aziendale incaricato di impedire la diffusione di notizie false sulle piattaforme. Lo stesso Zuckerberg ha ammesso che il modello da seguire adesso è Musk: «D’ora in poi faremo a meno dei fact-checkers e, come ha fatto X/Twitter, li sostituiremo con l’algoritmo Community Notes», che affida agli utenti stessi la segnalazione di contenuti poco affidabili. «I fact-checkers erano troppo orientati politicamente, invece di aumentare la fiducia degli utenti l’hanno distrutta» ha spiegato. Inoltre non saranno più oscurati i contenuti che riguardano temi delicati come immigrazione e genere.
NEL MIRINO c’è la cosiddetta ideologia woke, «un movimento nato per l’inclusione usato sempre più spesso per mettere a tacere le persone e le opinioni» come si direbbe su Rete 4. D’ora in poi il team dedicato alla moderazione di Instagram, Facebook and Threads interverrà solo sui contenuti illegali e sulle violazioni più gravi del codice etico di Facebook. Per metterlo a suo agio, il team sarà trasferito dalla California liberal al repubblicano Texas, dove c’è «meno interesse intorno al suo orientamento politico».
Altro dietrofront: dopo anni in cui gli algoritmi ne hanno penalizzato la visibilità, i post a tema politico torneranno a circolare sui social targati Meta: «Adesso – ha spiegato Zuck – la gente ne vuole ricevere di più». Quale sia la politica gradita diventa esplicito alla fine del messaggio: «Lavoreremo con il presidente Trump per respingere i governi che premono per una censura più forte» dice il capo di Meta riferendosi all’Europa ma anche l’amministrazione Biden. «Negli ultimi quattro anni, anche il governo statunitense ha fatto pressione per una maggiore censura, e in questo modo ha incoraggiato anche altri governi a farlo. Ma ora abbiamo l’opportunità per ripristinare la libera espressione e non vedo l’ora di coglierla».
IL NEO-PRESIDENTE non avrebbe potuto chiedere di più. Finora per veicolare i suoi messaggi strampalati poteva contare sul
Leggi tutto: Addio controlli sulle fake news. Zuckerberg si allinea a Trump - di Andrea Capocci
Commenta (0 Commenti)Palazzo chigi smentisce a metà Appaltare ai settemila satelliti di Starlink le comunicazioni criptate del governo e dell’esercito potrebbe costare all’Italia 1,5 miliardi di euro per cinque anni di servizio
Tecnici installano antenna satellitare Starlink – foto Ap
L’Italia sarebbe in trattative avanzate per chiudere un contratto di fornitura di telecomunicazioni sicure con Space X, società di tecnologie spaziali di proprietà di Elon Musk.
Secondo Bloomberg l’affare Space X sarebbe stato uno degli argomenti del vertice lampo di sabato 4 gennaio in Florida tra il presidente eletto statunitense Donald Trump e la presidente del consiglio Giorgia Meloni. Indiscrezione parzialmente smentita da Palazzo Chigi che ieri, in una nota, ha spiegato che i colloqui tra il governo e Space X «rientrano tra i normali approfondimenti che gli apparati dello Stato hanno con le società» e che non è stato preso nessun accordo né firmato alcun contratto. La trattativa non si è ancora conclusa, ma c’è e prevede un contratto di fornitura da 1,5 miliardi di euro per cinque anni con cui l’Italia appalterebbe all’azienda di Musk la gestione delle telecomunicazioni criptate e sicure del governo e dell’esercito italiano nell’area del Mediterraneo. L’accordo includerebbe anche l’implementazione di servizi satellitari direct-to-cell a disposizione del Paese in situazioni di emergenza come una calamità naturale o un attacco terroristico.
Indiscrezioni rese pubbliche nell’ottobre del 2024 parlavano anche di usare i settemila satelliti di Starlink per portare la banda ultralarga nelle zone previste dal piano «Piano Italia 1 Giga».
IL PIANO, affidato a Tim e Openfiber, è stato finanziato con parte dei fondi del Pnrr ma procede a rilento: al momento le operazioni di cablaggio hanno portato la fibra solo a un terzo dei 3,4 milioni di edifici previsti dal piano. Bucare la scadenza di giugno 2026 comporterebbe la
Leggi tutto: Telecomunicazioni criptate: Meloni vuole i satelliti di Musk - di Matteo Miavaldi
Commenta (0 Commenti)