I centri per il rimpatrio, gli hotspot e persino quelli per l’accoglienza diventano opere di «difesa e sicurezza nazionale». Nel decreto «Sud» c’è la svolta militare nella gestione dei migranti. Il governo vara la guerra ibrida ai profughi, mentre in Europa si chiudono le frontiere
Migranti al porto di Lampedusa - Ansa
La presidente del consiglio Giorgia Meloni ripete che l’Italia non sarà il campo profughi d’Europa, ma fa di tutto per trasformarla in una grande prigione a cielo aperto. Intanto per chi sbarca. La svolta militare contro il fenomeno migratorio arriva con un decreto legge intitolato al Sud e pubblicato ieri in Gazzetta ufficiale.
I Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr) ma anche gli hotspot e i Centri di accoglienza straordinaria (Cas) diventano «opere destinate alla difesa e sicurezza nazionale». Equiparati, cioè, a caserme, arsenali, basi navali e missilistiche. Per farlo il governo modifica il codice dell’ordinamento militare.
Nello stesso provvedimento viene innalzato a 18 mesi il periodo massimo di detenzione amministrativa dei migranti irregolari e sono destinati 45 milioni a Lampedusa per compensare l’aumento degli sbarchi.
UNA SETTIMANA FA il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini (Lega) aveva definito «atto di guerra» l’arrivo via mare delle persone in fuga da Tunisia e Libia. Ieri l’esecutivo ha confermato tale interpretazione: la costruzione dei nuovi centri, di accoglienza e detenzione, passa alla Difesa che li realizzerà attraverso il Genio militare. In cambio di 20 milioni iniziali e poi uno ogni anno.
«Il piano straordinario per l’individuazione delle aree interessate» sarà contenuto in un decreto di Palazzo Chigi. Il ministro della Difesa Guido Crosetto (FdI) ha chiarito che il controllo all’interno dei centri spetterà alle forze dell’ordine, rimanendo in capo al Viminale. Che non esclude ne nascano anche su isole desrte.
LA LORO GESTIONE sarà affidata ai privati, attraverso procedure ordinarie. Straordinarie saranno quelle
Leggi tutto: Centri per migranti come basi militari. Strappo del governo - di Giansandro Merli
Commenta (0 Commenti)MIGRANTI. Per i Centri di rimpatrio nell’ultima manovra sono stati stanziati 42,5 milioni in tre anni. Il ministro dell'Interno difende le nuove misure del governo. Solo Fedriga è entusiasta, Zaia: «Nessuno ci ha contattati». E Giani: «Mai in Toscana». Il presidente emerito Mirabelli: «Diritti costituzionali a rischio se la custodia avrà un carattere detentivo»
La nuova parola magica del governo Meloni è Cpr, la sigla per Centri di permanenza per i rimpatri. Nel Cdm di lunedì (la misura è stata inserita nel decreto Sud alla Camera) il via libera alla nuova strategia (che assomiglia alla vecchia, basata sui Centri di identificazione ed espulsione): nel giro di due mesi, assicurano fonti dell’esecutivo, ci sarà il via libera al piano con l’elenco delle strutture scelte. I Cpr saranno almeno uno per regione (12 quelle sprovviste) e saranno considerati di interesse nazionale per la sicurezza, selezionati tra le caserme dismesse in località scarsamente popolate, facilmente recintabili e sorvegliabili. L’allestimento sarà affidato al Genio militare, il presidio alla polizia. I servizi saranno dati tramite bando ai privati, responsabili del rapporto con i migranti trattenuti e del funzionamento del centro. Nell’ultima manovra stanziati 42,5 milioni in tre anni. Tirando le somme, si tratta di una sorta di detenzione che può durare 18 mesi. Con la promessa, tutta da verificare, che sarà poi possibile effettuare tutti i rimpatri.
IL PRESIDENTE EMERITO della Corte costituzionale, Cesare Mirabelli, solleva dei dubbi: la modifica del termine di trattenimento nei Cpr potrebbe violare i diritti della
Leggi tutto: Piantedosi: «I Cpr ce li chiede l’Europa» - di Adriana Pollice
Commenta (0 Commenti)Un anno e mezzo dietro le sbarre. Il governo non può fermare gli sbarchi quindi decide di prolungare, moltiplicandolo per tre, il tempo massimo di detenzione per chi approda in Italia. Ai militari il compito di trasformare il paese in un carcere diffuso. Crudele e inutile
PORTO SICURO. Il Consiglio dei ministri cambia il decreto Sud prima di pubblicarlo. E cerca nuove strutture per trattenere anche chi fa richiesta asilo. Meloni: «Nei centri di permanenza deve andarci chiunque sbarchi illegalmente in Italia, richiedenti asilo compresi»
Nuovi sbarchi a Lampedusa - LaPresse
Di fronte a domande diverse il governo tende a dare sempre la stessa risposta: sbarre, prigioni, detenzione. Così dopo gli sbarchi degli ultimi giorni, ieri il consiglio dei ministri ha deciso di prolungare il trattenimento massimo nei centri di permanenza per i rimpatri (Cpr). Si passa da tre mesi, a cui in casi particolari potevano essere aggiunti 45 giorni, a diciotto.
Con la moltiplicazione per sei inizia la «messa a terra» del videomessaggio con cui venerdì sera la premier Giorgia Meloni aveva annunciato la svolta militare della gestione dell’accoglienza. Militare in senso stretto: proprio il ministero della Difesa ha ricevuto il mandato di «realizzare nel più breve tempo possibile le strutture per trattenere gli immigrati illegali». Queste due misure saranno inserite nel dl Sud, che Palazzo Chigi conta di pubblicare a stretto giro.
Intanto l’esecutivo è già a lavoro su un nuovo decreto a tema immigrazione e sicurezza, che approderà in Cdm la prossima settimana. È qui che finiranno le norme per limitare il riconoscimento della minore età: cancellando il trattamento più favorevole in caso di dubbio e modificando le procedure di accertamento. Meloni ha poi annunciato
Commenta (0 Commenti)Dopo il caos degli sbarchi, Meloni fa la passerella a Lampedusa annunciando l'ennesimo giro di vite, preludio del nuovo decreto sicurezza. Danesh, Cgil: "È un'idea fuori dalla Costituzione"
Siamo tornati in campagna elettorale. Lampedusa scoppia di migranti e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dopo un lungo silenzio, atterra sull'isola siciliana, insieme alla presidente della Commissione europea Ursula Von der LEyen e alla commissaria Ue degli Affari Interni, Ilva Johansson. Una toccata e fuga, giusto per annunciare una serie di misure rigidissime che il governo è pronto a varare: “L'obiettivo sono i rimpatri, non la redistribuzione”. E ancora: cpr in ogni regione con mandato alla Difesa di individuare siti in ogni regione, aumento del periodo di trattenimento a 18 mesi, accelerazione delle procedure di espulsione, “ma per mamme e minori under 14 abbiamo in programma altre soluzioni”.
Sono serviti giorni di pressione da destra da parte di Salvini, prima che lo scorso 15 settembre la premier interrompesse con un video social la cena degli italiani per annunciare la sostanziale militarizzazione del fenomeno migratorio nel nostro Paese. Secondo quanto ha detto Meloni, infatti, la svolta sui migranti sarà durissima. Era evidentemente diventato troppo complicato tacere, quindi la presidente del consiglio ha deciso di esibirsi in uno spot a favore di telecamere per rimediare al fallimento della sua gestione degli sbarchi, frutto dei fallimentari accordi con Tunisia e Libia.
Meloni è infatti intervenuta quando il caos generato dal boom di arrivi sulla piccola isola siciliana era ormai troppo evidente. Lo stillicidio di
Leggi tutto: Migranti, siamo di nuovo in campagna elettorale - di Carlo Ruggiero
Domani in cdm la nuova stretta contro i migranti annunciata da Meloni. Salvini festeggia a Pontida con Le Pen, rilanciando i suoi decreti sicurezza. A Lampedusa situazione esplosiva, morta una neonata. Oggi attesa von der Leyen, ma l’Europa è prigioniera di se stessa
DERIVA DESTRA. Il leader leghista: «La premier sta facendo miracoli». E oggi a Pontida festeggia con Le Pen. Domani le nuove misure in cdm. Il vicepremier annuncia il ritorno dei suoi decreti: «Se ne occupa Piantedosi». Telefonata tra i ministri degli Interni di Italia, Germania, Francia e Spagna: nulla di concreto
Migranti a Lampedusa - LaPresse
Tra un omaggio al «grande uomo» Umberto Bossi e un’ovazione della platea per il generale Vannacci, Matteo Salvini, da Pontida, abbraccia virtualmente Giorgia Meloni coprendola di elogi: «Sta facendo miracoli. Di più a livello internazionale è difficile fare. Dalla presidente Ursula von der Leyen otterrà il massimo». L’escursione di oggi a Lampedusa della premier accompagnata dalla presidente della commissione Ue, invitata perché «si renda conto di persona della situazione», e l’incontro nelle stesse ore del capo leghista con Marine Le Pen «sono parte dello stesso obiettivo».
NON È CHE SALVINI abbia deciso di abbassare i toni. È che sa quando è il caso di incassare la vincita. Il proclama lanciato sui social la sera prima dalla premier è tutto spostato sulla sua linea. Verrà tradotto in pratica domani, non con un decreto ad hoc ma quasi con un maxiemendamento al dl Caivano. Il pezzo forte sarà la costruzione a passo di carica di centri di detenzione in zone poco popolate, blindati e sorvegliatissimi, con periodi di detenzione, pardon di soggiorno, portati al massimo consentito dalla Ue, 18 mesi.
Si aggiungeranno nuove regole per facilitare l’espulsione degli irregolari, e d’ora in poi, in caso di incertezza
Leggi tutto: Stretta sui migranti: Meloni rilancia, Salvini incassa - di Andrea Colombo
Commenta (0 Commenti)IRAN. Un anno fa la morte in custodia della polizia di Mahsa Amini: indossava male il velo. Il 16 settembre 2022 nasceva il primo movimento guidato da donne in un paese islamico. Il regime si prepara ll’anniversario con arresti, minacce, droni e migliaia di milizie
L’immagine di Mahsa Amini a una manifestazione a Berlino - Ap
Centinaia di arresti preventivi, licenziamento dei docenti universitari e degli insegnanti più critici, minacce alle famiglie delle vittime, obbligo per gli attivisti di prendere l’impegno, per iscritto, di non partecipare alle eventuali manifestazioni: così la Repubblica Islamica si è preparata ad affrontare l’anniversario della morte di Mahsa Amini. Come se non bastasse, sono state installate telecamere 3d con software sofisticati per il riconoscimento facciale in ogni angolo della città, e addestrate milizie, che saranno assistite dai droni, per soffocare eventuali disordini sul nascere.
UN ANNO FA si diffondeva la notizia della morte di Mahsa Amini, ventiduenne, fermata pochi giorni prima dalla polizia morale a Teheran perché indossava in maniera non corretta il velo obbligatorio. La notizia viene divulgata da una giovane giornalista, Niloofar Hamedi, e il funerale viene raccontato da un’altra collega, Elaheh Mohammadi. Entrambe vengono arrestate e rimangono tuttora in carcere.
La straziante morte di Mahsa enfatizza la discriminazione, la libertà negata e la
Leggi tutto: Donna, vita, libertà. Il cammino inarrestabile verso un altro Iran - di Francesca Luci